L’organizzatore della Prosecco Cycling: «Discutiamo progetti di mobilità sostenibile da New York a Tokyo»
Massimo Stefani, organizzatore della Prosecco Cycling, punta a costruire con partner internazionali un happening globale: «Siamo stati pionieri anticipando i tempi su come interpretare gli eventi di massa legati alla bici»

Massimo Stefani, 47enne di Miane, ex ciclista fino ai dilettanti, è stato un precursore, uscendo dai canoni delle granfondo e basando la propria proposta sui binomi bici-territorio e bici-divertimento. Ora l’asticella si alza: obiettivo della Prosecco Cycling, in prospettiva, costruire con partner internazionali un happening globale.
Da sempre portate avanti un format che all’ordine d’arrivo preferisce la pedalata spensierata: perché?
«Il concetto chiave della Prosecco Cycling è spettacolo. Le classifiche, diverse da quelle consuete, ci sono comunque. Ma da noi conta anzitutto godersi il paesaggio, creare condivisione fra i partecipanti. Un evento che consente di apprezzare il territorio in modo diverso, ma anche di fare gruppo fra partecipanti da tutto il mondo».
Prosecco Cycling fa anche rima con cicloturismo?
«Sì, il nostro evento lo abbraccia. Dando la possibilità anche ai meno allenati di apprezzare il panorama. Considerando che ci si può presentare alla partenza con una bici a pedalata assistita. Ed è un modo, più in generale, per avvicinarsi alla bicicletta. Ma mi permetta di aggiungere un’annotazione».
Prego.
«Se oggi le nostre colline sono una destinazione del ciclismo e cicloturismo mondiale è anche merito delle nostre iniziative che nessuno prima aveva mai realizzato, a partire dagli accordi con gli organizzatori degli eventi più importanti del mondo. Una rete di ambasciatori della mobilità sostenibile: da New York a Tokyo. Una condivisione di concetti, come la mobilità dolce, a livello globale. L’evento di ieri sera è stato il primo meeting per discutere di mobilità sostenibile fra organizzatori di grandi eventi ciclistici. Con Tokyo ultima a interessarsi».
E nel futuro?
«Vogliamo allargare il network di organizzatori ai cinque continenti. Obiettivo ragionare, su larga scala, con città e governi per promuovere la mobilità sostenibile».
Il sogno nel cassetto?
«Chiudere in bellezza il percorso e aprire un nuovo palcoscenico con i partner del World Cycling Sustainable Events, la nostra rete globale».
Cos’è cambiato dalla prima edizione, 21 anni fa?
«Il movimento è totalmente cambiato. Siamo stati pionieri e abbiano fatto scelte cui nessuno aveva pensato prima. Abbiamo anticipato i tempi su come interpretare gli eventi di massa legati alla bici».
Com’è nato tutto?
«Da una grande passione. Intuito e amore per bici e territorio mi hanno ispirato. Si chiamava Granfondo del Prosecco, oggi è la Valdobbiadene Prosecco Cycling. Domani saranno impegnate oltre 1.300 persone per garantire il successo dell’evento. Il percorso sarà completamente chiuso al traffico per godere appieno delle nostre colline».
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