Si è spento Carlo Giust ex di Oderzo e Cordignano

CORDIGNANO. Un lottatore, un vincente, uno dalla grinta non comune, in campo e nella vita di tutti i giorni. Questo era “Carletto” Giust

CORDIGNANO. Un lottatore, un vincente, uno dalla grinta non comune, in campo e nella vita di tutti i giorni. Questo era “Carletto” Giust. E proprio per questo motivo è assurdo pensare che non ci sia più. Ieri mattina la notizia della sua morte è rimbalza alla velocità della luce sui social, un pugno allo stomaco inaspettato per tutti coloro – tantissimi – che lo conoscevano, in campo sportivo e non. Lo storico capitano della Sacilese si è spento intorno alle 7.15 all’ospedale della cittadina sul Livenza, lasciando una sensazione di disagio, di vuoto, di smarrimento, nella moltitudine di compagni di squadra avuti in carriera e nei numerosissimi amici.

Stava per compiere 39 anni. Di certo il 4 novembre non avrebbe potuto festeggiare a modo suo. L’avrebbe fatto con la sua famiglia, che amava profondamente, in primis il fratello gemello Flavio, cui era legatissimo, il nipotino Nicolò, la compagna Manuela, con cui conviveva a Sacile. Sarebbero state con lui le sorelle Laura e Paola, i genitori Aldo e Stella. E lui avrebbe regalato loro uno dei suoi immancabili sorrisi, dal suo letto d’ospedale. Si era ammalato un anno fa, la situazione era precipitata negli ultimi venti giorni. «Ma lui – ricorda il fratello Flavio, assieme alle sorelle Laura e Paola – lottava come un leone, come ha sempre fatto. Con lo sguardo fiero, il carattere diretto e impetuoso, il cuore generoso, ha sempre avuto la forza del campione, di chi lotta fino alla fine, di chi è il numero uno». Qualità che ha sempre dimostrato anche in campo, una grinta a volte forse eccessiva: di certo non si risparmiava mai. «Ha fatto di tutto per vincere quest’ultima battaglia – racconta Flavio Giust – ma stavolta purtroppo non ce l’ha fatta». Il calcio era la sua grande passione. Tifava per la Juve, ma amava soprattutto giocare. Era cresciuto nel settore giovanile della Sacilese, conquistandosi il salto in prima squadra, in cui aveva giocato per 10 anni, tra Eccellenza e serie D: 190 presenze in campionato, 50 in Coppa Italia e una moltitudine di gol, pur essendo centrocampista, prima di decidere di cambiare aria dopo la morte dello storico patron Giuseppe “Angiolino” Cauz, cugino di suo papà Aldo, che per lui aveva una vera predilezione. Giocò nel Cordignano, in serie D, quindi nell’Opitergina, per poi tornare nel Pordenonese al Fontanafredda, al Sarone e infine alla Virtus Roveredo, dove chiuse la carriera ancora giovane, 4 anni fa, a causa di alcuni problemi fisici che l’avevano spinto controvoglia a smettere.

Lavorava alla Fadalti – poi alla Zanutta – dov’era stato assunto dopo avere concluso gli studi. Le esequie di Carlo Giust saranno officiate domani alle 15.30 nel duomo sacilese di San Nicola. Stasera alle 19.30, nella stessa chiesa, sarà recitato un rosario di suffragio. 

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