Sfriso insegue la rivincita personale

CONEGLIANO. Conegliano è tornata dove le compete, nella vecchia C1, ed è pronta a giocare in quella che sarà la prossima C Gold: un campionato duro, fisicamente impegnativo, dove però la Vigor non intende essere la vittima sacrificale.
«Vogliamo dimostrare a noi stessi che la C Gold non è un azzardo», sono le parole di Paolo Sfriso, coach della Vigor, « «abbiamo perso la finale di C Regionale e dunque, essendoci un posto vacante, abbiamo esercitato un diritto che era nostro: rifiutare sarebbe stato una mancanza di rispetto verso noi stessi e verso quello che abbiamo fatto».
Una Vigor che, dopo aver riportato a Conegliano Nico Bonotto, ha puntato su altri due cavalli di ritorno, Yusef El Sissy e Niko Dal Pos: « Il profilo della società è coerente», afferma Sfriso, «Non cerchiamo stranieri o giocatori scesi dalla B, vogliamo ragazzi desiderosi di lottare ed impegnarsi in palestra. Il nostro orgoglio è quello di inserire giocatori del nostro settore giovanile, sostenuti da ragazzi più esperti che possano indicare loro la strada».
E con questi due ritorni, la Vigor ha ricomposto il quintetto che prima aveva stupito nel 2013, salvo poi retrocedere nella stagione successiva, complici infiniti infortuni: «Sono curioso di vedere quanta voglia avremo, ritrovandoci sostanzialmente gli stessi di due stagioni fa, di smentire il verdetto di quella stagione», prosegue Sfriso, «In cuor mio ho sempre pensato sia stata una stagione condizionata eccessivamente dalla sfortuna: non l’ho mai detto, non mi sono mai lamentato perché è inutile, ma a posteriori sono curioso di vedere se quella mia sensazione era fondata. Ho sempre creduto che sarebbe bastato un episodio a girare l'annata, perchél’impegno in palestra non era mai mancato, tanto è vero che vincemmo l’ultima gara della stagione al supplementare, pur essendo retrocessi».
Il coach è consapevole della forza della propria squadra, ma anche della difficoltà del campionato: «Ho molta fiducia in questa squadra, ma so che dovremo essere sempre presenti nei 40’ di ogni match. Non possiamo permetterci di subire break importanti in avvio, è sempre complicato recuperare, anzi dovremo sfruttare l’omogeneità nel livello dei nostri giocatori, colpendo magari quando gli avversari fanno rifiatare i giocatori più importanti».
Mario De Zanet
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