Segat, la farfalla di Vittorio Veneto ha detto stop

«Ottenere risultati era sempre più difficile, non mi divertivo» Ora fa la signora Palloni e... smista scartoffie in caserma

di Mattia Toffoletto

VITTORIO VENETO

Ha scelto un momento simbolico dei recenti Assoluti invernali di Riccione: la premiazione delle medagliate dei 100 farfalla, specialità che l'aveva portata alla ribalta nella prima parte della carriera, prima di consacrarsi mistista. E ha annunciato ciò che già da mesi aveva deciso: l'addio all'agonismo, l'abbandono a quasi 29 anni (li compirà il 21 gennaio) delle piscine. Francesca Segat ha appeso la cuffia al chiodo: la campionessa di Vittorio Veneto, arruolata nel gruppo sportivo delle Fiamme Gialle, lavora in amministrazione alla caserma di Ostia, sbrigando pratiche e autorizzazioni. Sbocciata alla Nottoli, ha collezionato titoli tricolori e medaglie internazionali, specie nelle rassegne in vasca corta, dove si è sempre sentita a suo agio: ultimo podio, l'argento sui 200 misti, agli Euroindoor di Istanbul 2009. Sposata con il suo tecnico Andrea Palloni, tornato adesso a guidare Alessia Filippi, l'ex azzurra risiede a Roma (zona Eur), ma resta forte il legame con la terra d'origine.

«A parte l'accento romanesco che ho ormai preso... Me lo dicono tutti quando ritorno a Vittorio: verrò da quelle parti a gennaio», racconta l'ex mistista. Ma quando ha maturato l'intenzione di lasciare l'agonismo? «Il nuoto è sport abbastanza logorante. E mi sentivo stanca, mentalmente non ce la facevo più. Faticavo ad allenarmi, certi ritmi non li reggevo. E i riscontri si vedevano fino a un certo punto: a livello internazionale l'asticella si alzava e ottenere risultati diventava sempre più difficile. Specie in lunga o ai mondiali: arrivavi fin là, ma oltre non riuscivi ad andare. Insomma, mi sembrava di allenarmi per partecipare: bello fin che vuoi, ma dentro di te vorresti fare sempre di più. E così ho preso la decisione di smettere. Avevo appena disputato Europei e Mondiali in corta del 2010, poi l'ultima gara, con le Fiamme Gialle, lo scorso gennaio. Ho cominciato ad allenarmi sempre di meno, finché non ho mollato del tutto. Voglio ringraziare la famiglia che mi è stata vicina nelle vittorie, ma soprattutto nelle delusioni: mamma Lina, papà Antonio e il fratello Mauro».

Adesso lavora nella stessa caserma dove prima nuotava... «Sono finanziere scelto, curo pratiche e in generale l'aspetto organizzativo per il 2º Nucleo Atleti, lo stesso delle olimpioniche Vezzali e Quintavalle. Avrei avuto la possibilità di insegnare nuoto, magari partendo dai più piccoli. Ma non mi piace e non ho intenzione di farlo in futuro: so bene i sacrifici che fa mio marito».

A proposito, Palloni è tornato ad allenare la rientrante Filippi in ottica Londra. «Non sono certo io a dover dare consigli ad Alessia, con il nome importante che porta. Spero torni a essere quella che era, anche se dopo quasi 2 anni di inattività, non è facile».

Riguardo invece alla sua carriera, a quali medaglie si sente più affezionata? «Metto al primo posto l'oro agli Europei in corta di Fiume 2008: il titolo, il record europeo, l'inno di Mameli... Ma ripenso a tutte con piacere, dalla primissima alle ultime, passando magari per l'argento in lunga di Budapest 2006. Ho sempre reso meglio nella vasca da 25, forse perché più piccola e così in virata andavo più forte. Nata farfallista, mi sono reinventata poi mistista».

Lei è stata anche la ragazza di Fillippo Magnini, ora fidanzato di Federica Pellegrini. Il gossip nel nuoto ha furoreggiato nell'ultimo lustro: cosa ne pensa? «A volte fa più notizia del risultato e ciò non va bene. Soprattutto per uno sportivo. Può essere servito a far conoscere la disciplina, ma in certi fragenti diventa insopportabile». Il 2012 sarà l'anno dei Giochi di Londra. «Tiferò Italia e spero che il nostro movimento continui a crescere».

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso