Rivoluzione al Treviso Migliorini esonerato e panchina a Zanuttig «Una scelta istintiva»

/ TREVISO
Tanto tuonò, che piovve. Ieri si è tenuto il primo allenamento della nuova era di Andrea Zanuttig come mister del Treviso. È lui, infatti, il nuovo tecnico dei biancocelesti che va a sostituire Gianni Migliorini, sollevato dall’incarico dopo il 3-3 di domenica a Istrana, in cui il Treviso era in vantaggio per 3-0 fino al 77’. In generale l’allenatore veronese paga i risultati altalenanti ottenuti in campionato che al momento vede i biancocelesti a 5 punti dalla vetta. Zanuttig, classe ’66, ha incontrato ieri i giocatori, certo il tempo è breve visto che domenica arriva il Real Martellago ed è vietato sbagliare.
Lo sa bene l’ex mister dell’Union Feltre, è originario di Monfalcone, che torna al Tenni: nella stagione ’88-’89 aveva vestito la maglia del Treviso in C2, collezionando 21 presenze e siglando 2 gol. Il friulano vanta una buona carriera da centrocampista, contando 49 presenze in B con Pistoiese e Lucchese. Cresce nelle giovanili dell’Inter, passando poi per Mestre, Reggiana, Venezia, Treviso, Turris e Alessandria. Chiude da professionista a Pisa e lascia il calcio nel 2000 dopo gli anni con Itala San Marco e Monfalcone. Quell’anno inizia ad allenare il Ronchi per poi raggiungere il settore giovanile della Triestina, dove rimane per 5 stagioni. Ricomincia dalla Ponziana, guidando poi Vesna, Monfalcone, Virtus Corno, Lumignacco e Chions. L’ultima esperienza risale a fine marzo, quando è subentrato all’Union Feltre, riuscendo a ottenere un’insperata salvezza in serie D.
«Avendo avuto modo di seguire i verdegranata durante il lockdown per ragioni logistiche e di amicizia, l’avevo già notato – spiega il presidente del Treviso, Luigi Sandri – fatte le dovute indagini e ricevute informazioni positive, si è aperto il dialogo. Era uno dei candidati alla nostra panchina anche in estate ma voleva rimanere in serie D. Dopo un colloquio approfondito abbiamo trovato empatia e una stessa visione, in particolare sulle lacune del Treviso». Lacune che per il numero uno di via Foscolo sono ben chiare: «Ho visto una squadra che sa gestire bene la palla ma meno le situazioni – continua Sandri – la responsabilità diretta è di chi va in campo e la decisione di cambiare la guida tecnica è dovuta più a una scelta istintiva che c’è nel calcio, quella di voler imputare le responsabilità a un allenatore invece di fare altri movimenti. I giocatori, però, sono stati edotti delle loro responsabilità».
Al momento Migliorini è l’unico che paga un momento non facile ma Sandri ribadisce che tutti sono in discussione: «Intanto vediamo di raddrizzare la barca affinché vada verso la rotta desiderabile. Tutto, fortunatamente, è rimediabile e alla fine si trarranno le giuste conclusioni. Alla resa dei conti ognuno farà le proprie valutazioni in base alle posizioni che ricopre, non solo il direttore sportivo o l’allenatore». —
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso








