Piva, atmosfera da Fiandre salendo il muro di San Vigilio

I migliori U23 al mondo a Col San Martino per la 71ª edizione del Trofeo Prima dell’asperità finale arriva il Combai: nove passaggi con punte al 18%



Si respirerà l’atmosfera del Fiandre, domenica 7 aprile, al Trofeo Piva numero 71. Perché se i pro’ battaglieranno nelle stesse ore in Belgio, i migliori Under 23 del mondo scopriranno a Col San Martino l’arcigno muro di San Vigilio, un inedito nella storia della corsa e del ciclismo trevigiano. Una prima volta che ha tutta l’aria di diventare appuntamento fisso, un’asperità che per la collocazione strategica a 1 km dal traguardo si rileverà momento decisivo di un’internazionale ben più dura del recente passato. Un dente con punte al 20% che all’opinionista Rai Beppe Conti suggerisce ficcanti paralleli con «il Poggio della Sanremo o la Foresta di Arenberg della Roubaix. Perché il ciclismo vive di passaggi storici, San Vigilio può trasformarsi nel punto focale del Piva».

Al cittì degli Under 23, Marino Amadori, viene da fregarsi le mani: «Mi fa molto piacere il percorso selettivo, anche perché Il weekend successivo schiererò la mia Nazionale al Fiandre e con queste novità il Piva diventerà un utile test». La riva di San Vigilio - che però non prevede pietre come i muri del Fiandre - rappresenta l’elemento sfizioso di un tracciato (174,8 km) modificato anche in altri aspetti. Basti pensare al rettilineo d’arrivo (via Treviset), affrontato in senso contrario rispetto all’edizione 2018. Ad appesantire le gambe, inoltre, saranno i nove passaggi sul Combai, attaccato da Guia e con punte al 18%: nei due giri in avvio da 22,7 km, nelle sei tornate successive da 17,5 km e in quella finale infiammata dal doppio San Vigilio. «Un muro impegnativo, ma attenzione alla discesa: spero sia messa in sicurezza», commenta Silvio Martinello, olimpionico della pista.

Ma torniamo alla grande novità 2019: l'erta misura 600 metri e la successiva picchiata ne comprende 400, con curve a 90 gradi. Com’è stato scoperto? Alla base, ci sono ragioni affettive e collegate al territorio. «La facevo sempre in allenamento, quando correvo», racconta Angelo Guizzo, presidente dell’Ac Col San Martino ed ex dilettante. Ma la chiesetta di San Vigilio, su cui ci si imbatte allo scollinamento, è anche un simbolo della frazione di Farra di Soligo: «Un riferimento per i suoi abitanti, ma anche l’immagine che compare nella candidatura Unesco delle colline del Prosecco». Quanto all’insidiosa discesa, la prima curva verrà protetta con una rete.

Anche perché, mancando solo 1 km al traguardo, si andrà velocissimi. «L’anno scorso era stato inserito il Montello per ricordare la Grande Guerra, quest’anno il San Vigilio sarà un omaggio a Col San Martino», osserva Giuseppe Nardi, sindaco di Farra, «Ogni edizione lascia il segno». Paolo Baccio sparigliò le carte, aggiudicandosi il Piva 2018. Quest’anno, però, la concorrenza straniera s'annuncia tosta: fra i 35 team al via, sarà rappresentata per la prima volta la Colombia con lo Strongman. Ma arriveranno pure da Gran Bretagna, Francia, Russia e Sud Africa. —



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