Parigi 2024 senza il tatami «Cancellarci è un’assurdità»

Un fulmine a ciel sereno. Con un colpo di spugna vengono cancellati decenni di lavoro, di preparativi, di speranze per una medaglia Olimpica, e dalla sera alla mattina il karate – che dovrà fare la sua prima apparizione alle Olimpiadi di Tokyo 2020 – viene estromesso dai Giochi francesi del 2024. La World Karate federation, l’ente che sovraintende a tutte le attività del karate a livello mondiale, «è profondamente rattristata dall'annuncio che il Karate non sarà incluso come ulteriore sport nel programma dei Giochi Olimpici di Parigi 2024».
Un movimento, quello del karate, che solo nella Marca è in aumento esponenziale: solo quello della Fijlkam può contare su 25 società, con circa duemila atleti agonisti (sono ancora in corso i tesseramenti) e centinaia di maestri e tecnici, oltre a molte società iscritte ad enti di promozione sportiva (Aics, Libertas, Csain) per circa tremila tesserati.
Dalle base del movimento si arriva in alto, a veder le stelle. Le speranze trevigiane per vedere dei trevigiani a Tokyo sono riposte sulla campionessa Sara Cardin nei -55kg del kumite e su Mattia Busato nel kata, entrambi del Centro Sportivo Esercito e della nazionale azzurra, ma dietro a loro c’è una schiera di giovanissimi che stanno mettendosi in luce sia a livello nazionale che internazionale, non ultimo il bronzo conquistato in Danimarca dal castellano Pietro Binotto nei campionato europeo giovanile U18 specialità kata a squadre.
Sara Cardin è letteralmente furibonda: «L’ho presa male. Come un’assurdità. Ancora non abbiamo esordito, ci mostreremo belli e forti, spettacolari ed entusiasmanti a Tokyo nel 2020 e senza neanche vedere il potenziale di questo sport vengo a sapere che l’hanno cancellato dal programma 2024. Per quale motivo? Io non me ne capacito e non voglio cadere in polemiche infinite ma sicuramente non è stata una bella notizia. Diciamo che c’è stato un giorno di silenzio tra tutti noi appassionati. Il telefono squillava in continuazione e tutti chiedevano “ma è vero?” Sembra impossibile. Poi a Parigi... sappiamo tutti l’importanza che danno i francesi al karate e quanto forte e medagliata sia quella nazione nella nostra disciplina. Allenatori e dirigenti penso siano stati in riunione tutto il giorno per questo motivo».
Mattia Busato allarga le braccia: «Sicuramente un grosso danno per tutto il movimento. Mi dispiace per i giovani e per tutti i partecipanti che vedono svanire un bellissimo sogno, io comunque rimango concentrato sul mio percorso verso Tokyo 2020».
Così Paolo Moretto, maestro di karate, allenatore e marito della Cardin: «Una grande tristezza che nasce dal non capire la logica che determina queste decisioni. Il karate, oltre che essere la mia passione, è uno sport a tutto tondo praticato in ogni angolo del mondo. Sicuramente questa decisione avrà ripercussioni importanti ma come tutte le difficoltà porterà a un rafforzamento dello sport perchè è talmente grande che troverà risorse e idee in ogni sua parte per riemergere. Conto molto sul fatto che nel 2021, quindi dopo Tokyo, ci sarà la possibilità di concorrere come sport effettivo nel programma olimpico 2028». Ma Los Angeles, in questo momento, è davvero lontanissima. —
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