Milan-Inter, derby scudetto Nuova sfida tra Ibra e Lukaku

Pioli e Conte hanno idee e moduli diversi, ma elementi di forza negli stessi ruoli  Un solo punto divide le due squadre milanesi. Roma e Juventus sperano

MILANO

Il 3-5-2 di Antonio Conte e il 4-2-3-1 di Stefano Pioli. Il possesso palla più abbondante dell’Inter e quello più contenuto del Milan. Il baricentro alto dei nerazzurri (anche se più arretrato rispetto alle prime giornate) e la predisposizione a manovrare nella propria metà campo dei rossoneri.

Il derby scudetto di domani pomeriggio sarà la sfida tra due modelli calcistici diversi. Con un punto in comune: Inter e Milan hanno i rispettivi punti di forza negli stessi ruoli: Achraf Hakimi e Theo Hernandez, Nicolò Barella e Frank Kessie, Romelu Lukaku e Zlatan Ibrahimovic. Un esterno destro e un terzino sinistro, due centrocampisti di lotta e di governo, i centravanti trascinatori e rivali.

Hakimi ed Hernandez, Barella e Kessie si incroceranno spesso sul prato di San Siro. I due laterali cresciuti nel Real Madrid si contenderanno il predominio della stessa corsia, in un incrocio dove sarà percepibile il fruscio delle loro folate. I due centrocampisti condivideranno gli stessi metri quadrati, visto che Barella si muove da interno destro e Kessie da mediano sinistro. Solo Lukaku e Ibrahimovic non dovrebbero sfiorarsi, chiamati a lasciare il segno nelle due aree a decine di metri di distanza. Si sono già avvicinati tumultuosamente nel derby di Coppa Italia. Meglio evitare altri contatti. A Belgrado è toccato allo svedese subire un insulto discriminatorio dal pubblico della Stella Rossa: la parola «balija», termine dispregiativo utilizzato dai serbi nei confronti dei musulmani bosniaci (origine e religione del padre di Zlatan). Domani Lukaku e Ibrahimovic cercheranno di parlare solo con il linguaggio dei gol, un terreno sul quale si sono già esibiti ben oltre la doppia cifra.



Inter e Milan sono in alto soprattutto grazie a questi campioni: 50 gol in sei, assist, dribbling, cross e palloni recuperati. Hakimi ed Hernandez sono sul podio degli esterni difensivi più prolifici del campionato (solo l’atalantino Gosens tiene il loro ritmo). Kessie e Barella hanno una media quasi identica di chilometri percorsi ogni partita: 11,223 il rossonero, 11,207 il nerazzurro.

Kessie a Milanello ormai è un leader, soprannominato «il presidente» dai compagni: «Mi chiamano così – racconta a Radio France Internationale – perché un giorno a Milanello ho parcheggiato per sbaglio la macchina nel posto riservato al presidente Paolo Scaroni e non l’ho spostata». Le frecce venute dal Real, il «presidente» ivoriano e il centrocampista più in forma d’Italia, i bomber in lotta per il titolo di re di Milano: il derby scudetto vivrà soprattutto sui duelli tra chi ha riportato in alto Inter e Milan. —



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