Marco Pistolesi, il 39enne di Treviso che con la tuta alare vola più veloce di una Formula 1

Pistolesi, 39enne di Treviso, si è laureato ancora campione italiano con tuta alare. «Ho fatto il colpo grosso: il nostro sport sta facendo enormi passi in avanti»

Nel vuoto con una tuta alare: il trevigiano Marco Pistolesi vola a 388 km orari

TREVISO. C’è un solo uomo al mondo ad essere filato 10 chilometri orari più veloce di qualsiasi Formula 1 al mondo. Ma, a differenza delle monoposto, a frenarlo non aveva i freni in carbonio, ma solo un paracadute.

Il suo nome è Marco Pistolesi, il 39enne residente a Casier diventato per la seconda volta di fila campione italiano di volo con tuta alare. I 388 chilometri orari registrati nel suo volo diagonale che lo hanno consegnato al Guinness dei primati lo fanno diventare l’uomo ad aver raggiunto la velocità più alta sulla terra senza l’aiuto di un motore.

Come se la cifra non parlasse da sola, la sua velocità è di 10 km/h più alta di quella fatta registrare da Valtteri Bottas a Baku nel 2016, quando sfrecciò a 378 chilometri orari con la sua Williams FW38: nessun pilota nella storia della Formula 1 è mai andato più veloce.



Ma a Pistolesi questo record ancora non bastava. Per questo ha vinto gli ultimi campionati nazionali che si sono svolti a Ravenna facendo entrare il suo nome nell’albo d’oro per la seconda volta consecutiva: non era mai successo.

Ce l’ha fatta sfruttando al massimo le sue abilità nel volare sulla distanza e sulla velocità, limitando al massimo i danni nella terza capacità richiesta a un campione: il saper volare il più lentamente possibile: «Sulle sei manche in programma, ho fatto il colpo grosso in quattro», racconta l’atleta di Casier. Oltre allo spaventoso record di velocità fatto registrare («in sostanza, sono più veloce anche del falco pellegrino», scherza, anche se non troppo), ad essere stati decisivi sono stati i 4908 metri percorsi dopo essersi lanciato da un aereo che si trovava a 1000 metri di quota, migliorando anche in questo caso il record precedente di un centinaio di metri: nessuno è riuscito ad avvicinare la sua distanza.

E pensare che i suoi allenamenti non erano stati poi così frequenti, i mesi scorsi. Pareva spacciato: in una disciplina dove più che la forza fisica serve un pressoché perfetto controllo del proprio corpo, non allenare a sufficienza la mente a comandare su ogni singolo muscolo fa la differenza fra la vittoria e la sconfitta.

Eppure Pistolesi ce l’ha fatta, non rinunciando a scrivere una pagina di storia in una disciplina ancora molto giovane ma in crescita costante: «Il nostro sport sta facendo tanti passi in avanti», conferma il campione tricolore, uno dei primi a proporre di costruire gare che valutassero tutte le capacità dell’atleta. Non andavano premiati l’uomo e la donna solo più veloci, ma quelli che insieme alla velocità dimostravano di sapersi controllare al meglio per fare più strada possibile e per impiegare più tempo possibile per scendere dall’altezza di 1000 metri.



A dimostrare come il volo con tuta alare sia in netta e costante crescita c’è anche il Wingsuit Performance Games (Wspg), campionato creato anche da Pistolesi che è costituito di sei gare in giro per l’Europa: «Così si raggiunge un doppio obiettivo: si aiutano le varie federazioni nazionali e si riducono le spese a carico degli atleti, che hanno ulteriori occasioni per allenarsi».

Pistolesi in questi giorni sta partecipando all’appuntamento di Prostejov, in Repubblica Ceca: era al terzo posto in classifica dopo la prima giornata. 


 

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