Malagò al Master dà i voti alla Marca «Più che eccellente, anche oggi»

TREVISO. Visita del presidente del Coni Giovanni Malagò ieri agli studenti del Master Sbs alla Ghirada, con i quali ha toccato vari temi del management sportivo. Questa 13ª edizione ha il record di...
GUERRETTA AGA.FOTOFILM TREVISO MASTER UNIVERSITARIO DI PRIMO LIVELLO IN GHIRADA CON GIOVANNI MALAGO'
GUERRETTA AGA.FOTOFILM TREVISO MASTER UNIVERSITARIO DI PRIMO LIVELLO IN GHIRADA CON GIOVANNI MALAGO'
TREVISO. Visita del presidente del Coni Giovanni Malagò ieri agli studenti del Master Sbs alla Ghirada, con i quali ha toccato vari temi del management sportivo. Questa 13ª edizione ha il record di iscritti, 38 (2 i trevigiani), in totale oltre 400 gli studenti usciti dal Master Sbs, con un tasso di occupazione dell'86%. «Meravigliosa l’iniziativa di Verde Sport», ha detto Malagò, «ai ragazzi ho ricordato fra le altre cose qual è stata qui l’epopea della pallacanestro con Benetton: a ripensarci sembra un’avventura impossibile, quella squadra vinse scudetti e Coppe europee. È anche un percorso culturale che riguarda un comune di nemmeno 100 mila abitanti, assieme alle imprese della Sisley, del Benetton Rugby ed anche del Calcio Treviso in Serie A. Ciò significa aver seminato, avere una legacy, una tradizione: la passione si trasmette dai genitori ai figli. E onore anche a Treviso Basket, che ha avuto un’eredità grande ma scomoda e complessa e che ha saputo mantenerla viva. Per cui oggi è bello e giusto che al Palaverde sia stata assegnata una gara ufficiale della nazionale per le qualificazioni ai Mondiali, che non dev’essere un caso isolato e certamente non lo sarà. Lo strano era non averla avuta nel periodo d’oro». -Malagò ha la possibilità di confrontare le varie realtà sportive d’Italia. «E dappertutto trovo luci ed ombre: qui, e lo dico in tutta sincerità, le prime prevalgono nettamente sulle seconde. E parlo anche a livello di impiantistica, associazionismo e scuole sportive. Poi ti viene in mente che una volta a Treviso il calcio era in Serie A e che c’era la Sisley ma, ribadisco, qui state non nell’eccellenza, state oltre».


Il Veneto intanto piange la scomparsa dell’ex Lanerossi Vicenza. «Un fatto molto triste e grave, una società che ha fatto la storia di questo sport. E in Italia temo che di casi del genere ce ne saranno altri. Ma è un fenomeno legato solo al calcio, non allo sport in generale: confondere le due realtà è del tutto sbagliato. Mi piace un sacco vedere tutte le pagine che i quotidiani dedicano allo sport, in particolare in questi giorni alle imprese nello sci».


Forse perché la Serie A in questo momento è ferma… «Vero anche questo. Guardate, io sono un grande tifoso di calcio, l’ho anche praticato e con un certo successo, ma sto combattendo una battaglia, quella di rendere l’Italia meno dipendente da questo sport. E non perché in questo ci sia qualcosa di sbagliato, ma perché è ingiusto che se il calcio va male ne risenta l’interesse per le altre discipline. L’Italia è un Paese di grandi risultati sportivi ed è sbagliato che si faccia condizionare da un singolo sport».
(s.f.)


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