Leiballi, cominciare a correre a 50 anni

L’imprenditore sanfiorese sempre presente alla Treviso Marathon (e una volta a Venezia) ora punta a New York e Berlino

di Alessandro Toffoli

VITTORIO VENETO

Quando nella sua mente ha cominciato a frullare l’idea di una maratona che andasse da Vittorio Veneto a Treviso, Aldo Zanetti ha subito espresso il suo desiderio-obiettivo: «Deve diventare la gara della gente».

Forse non immaginava nemmeno quanto stesse per colpire nel segno, quanto stesse addirittura per cambiare la vita a centinaia, migliaia di trevigiani, che prima di Treviso Marathon non avevano mai indossato maglietta e scarpette per uscire a correre, ed oggi quasi non riescono a farne a meno. «Fino alla prima edizione di Treviso Marathon andavo a giocare a calcio, il giovedì sera dopo il lavoro. Da allora corro regolarmente ed ho partecipato a tutte le edizioni di Treviso Marathon». Andrea Leiballi è un esempio di quella gente a cui Zanetti pensava. Imprenditore, socio della Leiballi & Cuzzuol spa di San Fior, Andrea Leiballi ha da poco compiuto 58 anni. «A cinquant’anni viene la tentazione di fare tutto quello che non hai fatto prima. Allora correre una maratona mi sembrava impossibile, e questa difficoltà era stimolante. Da allora ho corso tutte le maratone di Treviso, e nel 2006 quella di Venezia».

Come si prepara?

«Se non ti prepari adeguatamente per una maratona ti fai male: mi è capitato una volta, e sono arrivato a Treviso mezzo morto. La fatica della maratona non è quella di quel giorno, ma dei 4 mesi precedenti, nei quali devi allenarti almeno ogni settimana 3, 4 volte, facendo 50, 60 km. Dall’inizio mi sono appoggiato a Guido Tonon e alla sua Scuola di Maratona. Anche oggi la preparo con lui, benché non più con la società che ha fondato: con le due sedute settimanali in palestra mi ha messo a posto vecchi problemi di schiena, il sabato facciamo ripetute e la domenica non competitive, mezze maratone o test come la Cortina-Dobbiaco o la Belluno-Feltre».

Con 3.39’ di personale («nell’anno della neve, che preferisco al caldo»), e 1.37’11” nella maratonina Vittoria Alata dello scorso anno, Leiballi è soddisfatto, anche se «nella mia categoria c’è gente che viaggia come i caccia, ma del resto la natura non ci ha fatti tutti uguali».

Ha scoperto una passione...

«Una piacevole sorpresa. E la consiglio a tutti, magari anche camminando, perché dà benessere, se ben preparata. E’ importante anche lavorare sul proprio carattere: se si sente male, bisogna avere la forza di fermarsi».

Lei è anche sponsor di Treviso Marathon. Perchè?

«Non sono un grande sponsor. Dò un contributo, perché credo che le cose che servono al territorio vadano aiutate. Ed è meglio avere tanti piccoli aiuti, eventualmente sostituibili, che pochi grossi, che quando mancano ti mandano in crisi. Ritengo poi che chi fa sport si mantenga in salute, a vantaggio suo e della spesa pubblica per la sanità: sostenere lo sport quindi ha anche questo risvolto importante. E comunque, visto il grande movimento che c’è attorno a questi eventi - finché non lo tocchi, è difficile da immaginare - per gli sponsor c’è anche un bel ritorno di immagine».

Il 4 marzo ci vedremo al traguardo a Treviso.

«Purtroppo ho un problema ad un tendine. Se sono in condizioni almeno sufficienti per arrivare anche solo camminando, ci sarò. L’obiettivo è infatti fare tutte le prime dieci edizioni. Poi proverò le altre maratone famose: New York, Berlino...».

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