Le Tigri ruggiscono ma cresce bene la difesa Benetton

TREVISO. Non era un'illusione. Questo nuovo Benetton ha tanta voglia di dire la sua, e di battersi con coraggio. Il pubblico ha affollato lo stadio (quasi 4mila spettatori). Di fronte ai Tigers di Leicester i leoni di Crowley hanno giocato alla pari per lunghi trratti, hanno difeso e sofferto, ma hanno venduto cara la pelle prima di cedere alla distanza. E non senza togliersi sodisfazioni (2 mete di sfondamento). Partita vera e intensa, con accenno di rissa nel finale.
Il Benetton ha confermato quei segnali di svolta già visti una settimana fa, anche se più nell' erigere il muro davanti all'ondata gialle delle Tigri che con palla in mano.
Cronaca. Il gran lavoro difensivo cominciava subito, pe rimediare a un avvio con il muro troppo perforabile fra pack emediana, dove si infilavano Burns, i centri e Kitto per due belle folate oltre la linea.
Treviso stentava, per i problemi di contorollo,ma rientrava nel match con due maul sul finire di quarto, entrambe suggelate dalo sfondamento del bravo Ferrari. Mancavano solo le trasformazioni di Allan per essere alla pari degli ex campioni d' Inghilterra.
Treviso fatica in attacco, ma Zanni e compagni avevano il merito di tenere in difesa egregiamente sul finire del secondo quarto, sventando tre minacce, dopo che una prodezza di Tuilagi con racolta a terra acroibatica consentiva comunque agli ospiti di marcare il break (10-21), e poi di consolidare il vantaggio nel terzo quarto, con tocco di Thompstone su cross di Burns sotto i pali.
Nella girandola di cambi il gioco perdeva qualità, ma i leoni tenevano il campo, anche se arretravano il baricentro e si trovavano a difendere, non sempre in maniera disciplinata, con pochissimo possesso. E alla fine subivano la quinta meta. Buone note dalla chiusa iniziale, con avversari da gotha internazionale, e dagli avanti nei breakdown. Da registrare il possesso (8 in avanti nel primo quarto, una ventina i palloni persi alla fine: altra cifra quella inglese) e l'attacco. Manca sempre un ariete, per le giocate servono altro spessore altro sostegno.
Ma la voglia c'è. Come ha mostrato il contrattacco Mc Kinley-Esposito, con l'ala che perdeva l'ovale al momento di raccogliere e scivolare in meta.
Andrea Passerini
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