Irene Bitto, c’è la maglia azzurra nel ricordo dell’amica Chiara

CORDIGNANO. Incroci, precedenti. E il destino che sembra indicarti il canovaccio, per onorare la memoria di chi non c’è più. Irene Bitto faceva parte del gruppo Top Girls, che il 1º agosto dell’anno...
Di Mattia Toffoletto

CORDIGNANO. Incroci, precedenti. E il destino che sembra indicarti il canovaccio, per onorare la memoria di chi non c’è più. Irene Bitto faceva parte del gruppo Top Girls, che il 1º agosto dell’anno scorso era diretto a Bochum per una prova di Coppa del Mondo. Trasferta che Irene e tutto il team di Lucio Rigato non dimenticheranno mai: la morte improvvisa della compagna Chiara Pierobon, l’incubo che si materializza e il cielo che diventa nero. Chiara, lo stesso giorno, festeggiava l’ufficialità della convocazione per l’Europeo di Tartu del weekend successivo. Poi arrivò il malore e otto giorni dopo l’Italia gareggiò con una ragazza in meno. Irene, che era riserva in patria, non se la sentì di sostituire la compagna. Un anno dopo, la 22enne di Cordignano ha ritrovato la possibilità di vestirsi d’azzurro. Per un gioco del destino, in Germania. Ha partecipato al Giro della Turingia e potrebbe lottare per una maglia all’Europeo di Nizza di settembre. Il cerchio che si chiude. «La morte di Chiara è stata dura da superare, un trauma», racconta Irene, con la voce incrinata per l’emozione, «Poi cerchi di non pensarci e capisci che bisogna guardare avanti. Chiara e io eravamo sempre insieme, in bici e fuori dal ciclismo. Non solo compagne, ma anche amiche». Irene aveva indossato l’azzurro per l’ultima volta al San Luis (Argentina) a inizio 2015. «Poi ero riserva all’ultimo Europeo, ma dissi di no», ricorda, «Non me la sentii di andare a correre. Non ce l’avrei fatta». E c’era da dare l’ultimo saluto alla sfortunata compagna. «La convocazione azzurra per una corsa in Germania è sembrata quasi un segno del destino», prosegue Bitto, quinta stagione alla Top Girls e quinta nella generale del Trentino, «Non me l’aspettavo, è stata una lieta sorpresa. La notizia mi è arrivata al penultimo giorno del Giro. È stata un’occasione importante per fare esperienza in mezzo a tante ragazze che preparavano l’Olimpiade. Ho cercato di imparare il più possibile. Avevo compagne come Guderzo, Pattaro, Frapporti e Bartelloni: in specialità diverse, saranno tutte a Rio». Irene concilia sport e studio ad alto livello. Frequenta Business & Economy all’università di Bologna, le mancano cinque esami alla laurea. Sogna di diventare manager, intanto il futuro potrebbe regalarle altre soddisfazioni. «Gli Europei di Nizza? Magari... Prima c’è però l’Ardèche: se confermassi l’11º nella generale del 2015...».

Oggi nella chiesa parrocchiale di Caselle di Santa Maria di Sala, sarà celebrata una messa in occasione del primo anniversario della morte della campionessa e azzurra del ciclismo, Chiara Pierobon. La cerimonia è stata programmata alle ore 19. Al termine sarà inaugurata una mostra fotografica dedicata all'atleta al bar del Patronato. I genitori, il fratellino ed i nonni di Chiara l'hanno voluta ricordare con questa frase significativa: «Nella vita c'è chi cammina e chi corre, ora tu corri sulle strade del cielo cercando la vittoria eterna. Dal cielo ci guardi e ci aiuti a camminare nel tuo stile di vita, grazie di quello che ci hai lasciato come patrimonio personale».

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso