Giorgione e Montebelluna in coppa
Calcio serie D: oggi castellani con l'Este e montelliani a Mezzocorona Rostellato e Vianello: «In campionato un punto in due gare, troppo poco»

NICOLA ROSTELLATO Un gol a metà con Vianello
Torna oggi la Coppa Italia di serie D con i 32esimi di finale, ancora in gara unica. In campo due squadre della Marca. Ampio ricorso al turnover per il Montebelluna, impegnato (ore 17) sul sintetico di Mezzocorona.
Indisponibile Lanzara, il tecnico Pisani non porterà in trasferta e lascerà a riposo gente come Corbanese e Gardin. Giocherà in porta Rebellato, convocato pure lo junior Mazzocco. Spazio davanti al tandem Masiero-Nobile. «La Coppa Italia è una competizione lunga e porta via energie, perciò manderò in campo chi ha giocato meno ed è più fresco», osserva Pisani. Gioca invece alle 20.30 al comunale di Castelfranco il Giorgione, che ospita l'Este, capolista del girone D: probabile nelle file castellane l'impiego a tempo pieno di Mattiazzo, mentre Gazzola partirà dalla panchina. In casa rossostellata, intanto, tiene ancora banco il pareggio casalingo di domenica in campionato contro il Mezzocorona, grazie al gol in extremis confezionato dalla coppia Rostellato-Vianello. «Noi - dice "Roste" - continuamo a creare gioco e occasioni, ma alla fine gli avversari con un tiro in porta ci puniscono. Ai punti avremmo vinto noi, sia con il Concordia che con il Mezzocorona, ma alla fine raccogliamo soltanto un punto in due gare». Terzino sinistro che quest'anno mister Esposito sembra voler trasformare in centrale difensivo; ex San Donà, Santa Lucia, Martellago, Cittadella, aveva fatto una puntatina pure al Giorgione, quello del prima fallimento 2000. E sul gol «condiviso» con Matteo Vianello, i due mostrano fair play, anche se... «Non ho nessun problema a lasciare il gol a Rostellato, ma secondo ma è mio, il pallone l'ho toccato e deviato, poi è entrato passando sotto le gambe del portiere. Il Giorgione per il volume di gioco espresso meritava qualcosina in più, siamo sfortunati in questo periodo, produciamo molto e raccogliamo poco. Secondo me siamo poco precisi nelle rifiniture, badiamo al posseso palla, ma al momento dell'ultimo passaggio ci perdiamo un pochino troppo in leziosità». Matteo, veneziano d'origine e moglianese d'adozione nasce come seconda punta: ora dopo vari infortuni, a 34 anni, fa il lavoro di centrale dell'attacco a 3. Un ruolo inedito per lui, che interpreta con molto impegno. «Ora sono meno dinamico di quando ero giovane, cerco di interpretare al meglio il ruolo di punta centrale, anche se ho fatto sempre la seconda punta. Il nostro obbiettivo rimane comunque quello di salvarci il prima possibile». (st. ne.)
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