Frassetto: «Incubo finito, torno ciclo-dilettante»

NERVESA. «Pensavano fosse una gastrite, ma avevo il citomegalovirus. Dopo le gare non riuscivo a recuperare, così in agosto, ero ancora in Lussemburgo, mi hanno pure ricoverato per 10 giorni in ospedale. Ero sempre stanchissimo, ma non capivano. Mi hanno rivoltato per mesi come un calzino, analisi e risonanze: ho avuto paura. Solo a dicembre, due specialisti hanno scoperto l'origine dei miei guai». Sebastiano Frassetto sembra vedere la luce in fondo al tunnel. Il 22enne di Nervesa racconta la sua odissea, quando il peggio sembra ormai alla spalle. Lanciato dalla Padovani, si era accasato l'anno scorso alla Differdange, team Continental lussemburghese. Stagione che si è rivelata un incubo, ma non per colpa della squadra. Ora sta completando le ultime visite: prima di tornare in gruppo, vuole sentirsi guarito. Conta di rientrare per metà anno, ma ha dovuto fare un passo indietro: ricomincerà dai dilettanti, c'è già l'accordo con il Breganze. «Il mio primo pensiero è sempre stato tornare a correre», spiega, «Resta ancora qualche dolore articolare e voglio riprendere pienamente recuperato». Aveva scelto l'estero per ragioni non strettamente ciclistiche: «Studio Ingegneria e ci tenevo a migliorare nelle lingue straniere. Il Lussemburgo, da questo punto di vista, è un crocevia, l'ideale. Vivevo a Esch-sur- Alzette, ho seguito corsi di francese e inglese. I primi sintomi, in primavera, alla Vuelta Castilla y Leon: la gamba sinistra era bloccata. Solo a fine anno, avrei saputo del virus: dicono sia rimasto silente per cinque anni». (m.t.)
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