E' trevigiano il segreto del successo di Pogba

CORNUDA. A volte bastano un pennarello e un “+5” scritto sulla maglia a cambiare verso a una stagione. A volte basta poco per ritrovare certezze che sembravano perdute. La rete in Europa manca ancora da un anno, ma con un piccolo artifizio Paul Pogba sembra aver scacciato dubbi e difficoltà d’inizio stagione. Quel numero 10 era diventato un fardello, quel numerino appiccicato al simbolo dei fantasisti gli ha ridato luce. La paternità dell’invenzione? Di Alberto Ferrarini, motivatore-numerologo di Cornuda. Uno stratagemma diventato di dominio pubblico dopo la pregevole marcatura dell’asso francese della Juventus nel derby con il Torino. Perché a volte basta poco per tornare quello che eri.
Deve averlo pensato, lo stesso Paul, che fino a qualche tempo fa pareva schiacciato dal mitico “10” appartenuto in passato ad Alessandro Del Piero e Carlitos Tevez. A Ferrarini, per anni legato a Leonardo Bonucci, non è parso vero di poter rilanciare un altro talento. Come gli era capitato con il centrale azzurro, conosciuto ai tempi del Treviso, quando vedeva soprattutto panchina e tribuna e la carriera stava imboccando un vicolo cieco. Proprio il “soldato” Bonucci, con cui intanto Ferrarini ha riallacciato il rapporto, ha messo in contatto Pogba con il motivatore trevigiano. E la collaborazione, riassunta nel “+5” visto in campionato, sta già dando frutti.
Ma perché quell’addizione e quella cifra? Ferrarini, cui si sono rivolti pure ciclisti come Alessandro Ballan e Marco Bandiera, è amante dei numeri. E “1+0+5” significa “6”, ovvero il numero del francese fino alla scorsa stagione, maglia con cui ha vinto tre scudetti con la Juventus e il titolo mondiale Under 20 con la Francia. Ma non è l’unica spiegazione che richiama la magia della cabala: “1” e “5” messi assieme fanno pensare a “15”, ovvero la data di nascita (marzo) del campione bianconero, che a 22 anni può già annoverare 100 presenze in serie A. Per togliere il peso del “10”, alla fine è bastato poco. Deve averglielo detto lo stesso Bonucci, fra i primi ad abbracciarlo dopo la segnatura sabato scorso al Torino. L’esultanza di Pogba, che ha mimato il “più” e il “5”, non è passata inosservata.
Anzitutto sui social network. E gli addetti ai lavori, in un batter d’occhio, hanno preso nota. La collaborazione continuerà? Staremo a vedere.
Nel caso di Bonucci, come ammesso dal difensore viterbese, l’esperienza con il mental coach si rivelò decisiva. Dalla panchina in serie B agli scudetti con la Juve e alla Nazionale. Ora tocca a Pogba, talento al bivio e alla ricerca di un’identità perduta. E chissà che Ferrarini non escogiti qualcos’altro per aiutare il “crestato” juventino a ritrovare la via del gol anche in Champions. L’ultima volta fu un anno fa allo Juventus Stadium con l’Olympiakos. Il tempo per rimediare non manca. Dall’autoscuola di Cornuda, che gestisce, il mental coach saprà come... guidare Pogba alla ricerca di nuovi traguardi.
Mattia Toffoletto
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