Ciclismo, Pellizotti: «A Piancavallo vedo Vincenzo in rosa»

Parla lo scudiero di Nibali al Giro d’Italia: “Non vedo l’ora di vedere mia figlia Mia”
Di Antonio Simeoli

INVIATO A BORMIO. Spuntavano pacchi dappertutto dall'ammiraglia Bahrain Merida dopo l'allenamento di lunedì nel giorno di riposo del Giro. Scatole che il ds trevigiano Paolo Slongo consegnava ai corridori. Arrivano Nibali, Siutsou, Visconti, Enrico Gasparotto e Franco Pellizotti. C’è un pacco anche per loro. Mistero subito svelato dal direttore sportivo: «Abbiamo saccheggiato un furgone della Panini sulla strada, ci sono le figurine del Giro». E quella di Franco Pellizotti va di moda. Sì, perché il corridore di Mareno di Piave, campione d'Italia 2012, uno che una decina d'anni fa era tra i protagonisti della lotta per la maglia rosa, è tornato di moda in gruppo. E non solamente perché è il compagno di camera di Vincenzo Nibali. Ma perché va forte. E tanto, vista anche l'età. «Sì, sono molto contento, per me è una seconda giovinezza. La scorsa stagione l'esclusione dal Giro d'Italia del mio team di allora, l'Androni, mi aveva demoralizzato».

Poi?

«Il progetto Bahrain mi ha dato una carica incredibile. Fisicamente mi sento bene. Il mio direttore sportivo e allenatore Paolo Slongo con i numeri mi ha sempre rassicurato sulle mie prestazioni».

Insomma, non sei sorpreso?

«Sinceramente no, anche nel periodo di allenamento in altura al Teide mi sentivo bene, pure al Giro di Croazia. Poi qui le cose stanno andando bene».

Nibali cosa ti dice?

«È uno taciturno, parla poco: non fa complimenti, ma nemmeno si arrabbia. Però mercoledì scorso nella tappa di Bagno di Romagna, quando sono caduto, si è preoccupato per me. Temeva di perdermi per le tappe successive. Ecco, questa cosa mi ha fatto piacere».

Ma non è che adesso "per inerzia" provi anche a fare un piazzamento in classifica?

«Assolutamente no. Io devo aiutare Nibali a vincere. Ieri dopo lo Stelvio abbiamo visto di cosa è capace, ma comunque il Giro non è ancora finito».

La mattina della tappa di Alberobello sei diventato papà per la terza volta. Come si fa a correre un Giro e non poter vedere la nuova nata, Mia?

«È una strana sensazione. Sto aiutando Nibali a vincere, vado forte, sono concentrato per le gare e però vorrei essere vicino a Mia, agli altri miei due figli e soprattutto a mia moglie Claudia che, specie in questi momenti, avrebbe tanto bisogno di me. Mia, la mia bimba me la fanno sentire, ogni tanto piangere al telefono. Per ora dorme e mangia, di pianti ne ho sentiti pochi».

Quando la conoscerai?

«Dopo la tappa di Piancavallo alloggeremo a Pordenone, allora sì che la vedrò».

Che arriverà nella vostra camera e...

«Spero che trovi una bella maglia rosa, quella di Nibali».

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