Ciclismo. Bertizzolo-Moscon, amore e pedale in sella al Mondiale

TREVISO. Spesso l’azzurro veicola l’amore. E può capitare che un ritiro premondiale, in tal senso quello al Sestriere del 2014, si riveli galeotto. Gli indizi portano a Sofia Bertizzolo e Gianni Moscon, per la terza volta a condividere l’avventura al Mondiale. Accadde già a Ponferrada, quando l’una colse l’argento e l’altro scivolò sul più bello. Poi, prima Iride da fidanzati, si ritrovarono a Richmond 2015. Ora Bergen, in Norvegia: la 20enne dell’Astana correrà sabato il primo Mondiale Élite, il 23enne trentino è chiamato a un triplo impegno. Archiviato il bronzo colto con Sky nella cronosquadre per club, Moscon parteciperà domani alla crono individuale e domenica alla prova dei pro’. Un amore su due ruote, che incrocia un’altra favola a pedali: quella fra Elia Viviani ed Elena Cecchini, punte delle Nazionali che il prossimo week-end andranno a caccia di gloria con i cittì Cassani e Salvoldi. Due belle storie, campioni esperti e talenti in rampa di lancio. Sofia conobbe Gianni, quand’era junior e il palmarès da qualche mese aveva iniziato ad arricchirsi: titolo italiano, oro europeo, poi sarebbe arrivato l’indimenticabile broncio con annesso podio iridato. Il rampante azzurro era invece Under 23, il migliore progetto di campione elaborato nell’ultimo decennio dalla Zalf. Lei di Borso, poi trasferitasi con la famiglia a Bassano. Lui di Livo, ma a quel tempo di casa a Salvarosa.
I primi vagiti del rapporto sono localizzati però al Sestriere, dove entrambi preparavano Ponferrada: «Gianni si procurò il mio numero e quella della Beggin (l’amica, sua compagna al Breganze e all’Astana, ndr)», raccontò Sofia in un’intervista, «Ci telefonò, spacciandosi per giornalista. Mi intervistò, io risposi tranquillamente alle domande. Non lo conoscevo: come potevo pensare a qualcosa di diverso? Poco tempo dopo, alla gara di Bottanuco, uscì allo scoperto. Ero nera. All’inizio lo vidi di cattivo occhio, ma col tempo ha saputo recuperare e farsi perdonare». Nel frattempo, hanno preso dimestichezza con la categoria superiore: Sofia, tre squilli fra le grandi, è stata quest’anno terza delle giovani (e terza delle italiane dopo Longo Borghini e Cecchini) al Giro Rosa; Gianni s’è piazzato quinto alla Roubaix, ha centrato il Tricolore crono e alla Vuelta secondo qualcuno andava in salita persino meglio del capitano Froome.
«Dalla corsa spagnola è uscito più forte di come era partito, ora ha più energie», s'accoda la morosa, «Ha potuto tirare un po’ il fiato, restare tranquillo una settimana. Spero possa raccogliere qualcosa di bello, penso alla stessa crono: non dico la medaglia, ma la top ten è nelle corde». Nell'attesa, in bacheca brilla il terzo posto della cronosquadre. Che la fidanzata, domani il volo per la Norvegia, s’è goduta davanti alla tv dopo una sgambata con gli Juniores al Valli del Natisone.
Una domenica a distanza, come solitamente accade per chi condivide cuore e sport d’alto livello: «Il ciclismo ti porta in giro per il mondo, per noi ogni giorno è San Valentino», rimarcò Sofia a proposito della ricorrenza del 14 febbraio, «Per trovarci, ci organizziamo due settimane prima, sfogliando l’agenda e incastrando i voli». Sofia e Gianni rappresentano presente, ma soprattutto futuro della Nazionale. E se l’una andrà a Bergen a fare esperienza, il solido trentino sarà già investito di un ruolo importante. «La forma c’è, mi sono sudata la convocazione e cercherò d’imparare tanto», riflette la trevigiana. Intanto in Scandinavia è già arrivata Elena, la morosa dell'olimpionico Viviani. Ha corso la cronosquadre come Moscon. Amore e pedale fanno spesso rima con Mondiale.
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