Giannino Calzavara, 50 anni nel rugby da dirigente dell’Under 19

Ha cominciato nel 1975 nell’allora Metalcrom, oggi ha 77 anni ed è sempre in prima linea. Il ricordo: «Due scudetti sono indelebili». Il Benetton lo premia

Andrea Passerini
Giannino Calzavara in una foto d'epoca
Giannino Calzavara in una foto d'epoca

Quando ha iniziato non c’era ancora il Benetton. C’era il Metalcrom, e non caso lì lavorava il perito Gianni Calzavara, per tutti Giannino, 27 anni. Figurarsi se il cavalier Zanetti, e poi Vittorio Barzan capo degli arbitri e quadro aziendale non lo tiravano dentro, lì all’incrocio fra Terraglio e via Pindemonte dove il rugby era pane e aria.

Calzavara – correva l’estate 1975 – faceva il suo ingresso nel settore giovanile del Rugby Treviso, dirigente dell’under 19 allenata da Sergio Mazzon. Tempo due anni, e avrebbe già colto il primo scudetto, coach Giovanni Chimenti, e timoniere del settore giovanile Renzo Cadamuro.

Una foto recente di Giannino Calzavara
Una foto recente di Giannino Calzavara

Altri tempi, che sfidano la memoria. Oggi, mezzo secolo più tardi, Giannino è ancora lì, dirigente delle giovanili. A 77 anni, sempre in prima linea, sempre disponibile. E mai stanco di seminare i valori più profondi del rugby.

Ha festeggiato 12 scudetti, ha visto passare coach, presidenti e altri dirigenti, cda, genitori, preparatori e medici, ha visto il rugby diventare adulto e professionista dai tempi quasi eroici. Ha visto nascere Monigo (c’era il Milani) e il rugby femminile. Ha girato l’Italia e mezza Europa. E oggi, alcuni giovani scegliere la Francia o l’Inghilterra per crescere, prospettive impensabili fino a dieci anni fa.

Sempre al fianco dei ragazzi, da far crescere come uomini prima che come campioni. In particolare con l’Under 19 (oggi divenuta 18) ma in curriculum vanta esperienze anche in U17. E poi, certo l’apporto al “Città di Treviso”, poi “Topolino” e oggi tornato al nome originario, nella straordinaria macchina del volontariato che rende possibile il torneo.

Un riferimento, una colonna della società, che giustamente lo premierà nell’intervallo di Benetton-Glasgow, il prossimo 10 maggio a Monigo.

Calzavara con gli amici di una vita
Calzavara con gli amici di una vita

«Ma no gavì altro da far?» dicono abbia detto Giannino quando gli hanno annunciato il riconoscimento, certamente un primato sportivo nazionale ad internazionale. Uomo da sempre di macchina, non ha mai amato i riflettori e la ribalta. Per lui le amicizie, i legami forti, con gli amici del rugby, quelli di una vita. E qualcuno ha passato la palla.

E non c’è un campione di ieri e di oggi che non lo stimi, Certo li ha visti passare tutti. Campioni e no, promesse e no. Una memoria storica. Chi lo conosce bene dicono abbia una passione extra rugby per la Fiorentina, costatagli un soprannome “Morrone”, da un calciatore viola argentino del passato.

«Il primo gruppo era quello dei Collodo e Novello, cui poi si sono aggregati i Rossi, e gli ultimi sono i nati nel 2008», racconta lui, «Li ho visti passare tutti, anche quelli arrivati dall’Argentina come Parisse e Canale, e tanti da altre zone d’Italia se approdavano qui ancora Under 19». Il ricordo più bello? «Il primo scudetto non si dimentica mai, una match straordinario quello contro il Benevento», risponde «Poi c’è la finale del 1983, quelle che vinciamo con il piazzato di Anoja sulla Tarvisium favorita, perché aveva vinto le due partite del girone della prima fase. Lo stadio era strapieno e una tribuna era tutta rossa , c’era un’atmosfera incredibile a Monigo».

In campo c’era un giovanissimo Giovanni Grespan. Oggi suo superiore, coordinatore del vivaio del Benetton.

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