Calcio, Fedato è il jolly offensivo: «A Treviso progetto serio, uniti puntiamo alla C»

Calcio Serie D. Parla Fedato, il jolly offensivo dei biancocelesti

Un palmares di tutto rispetto con 10 gettoni in serie A e oltre 100 in B

Lucia Anselmi e Andrea Dossi
Fedato, il jolly offensivo del Treviso: con i compagni punta alla serie C
Fedato, il jolly offensivo del Treviso: con i compagni punta alla serie C

Il Treviso non si ferma più. Tre partite, tre vittorie e la vetta del girone C di Serie D a punteggio pieno.

Tra i protagonisti dell’avvio sprint c'è anche Francesco Fedato, il jolly d'attacco arrivato in estate.

In campo in 2 delle 3 gare inaugurali, per l'attaccante veneziano è arrivata la prima da titolare nel successo per 3-1 contro l'Adriese al Bettinazzi, al fianco del compagno di reparto Tomi Petrovic, anche lui al debutto dal primo minuto.

Fedato, 32 anni e un curriculum da 10 presenze in Serie A, oltre 100 in B e 150 in C, ha sposato la causa trevigiana quest'estate, dopo essersi svincolato dalla Lucchese.

Nel suo percorso, l'attaccante ha incontrato diversi allenatori, ma uno in particolare ha segnato la sua carriera: Christian Panucci nel 2015-2016 col Livorno in Serie B, quando il tecnico lo aiutò a crescere. Per Fedato si tratta della prima esperienza in D.

Il numero 10 biancoceleste si contende il posto con attaccanti di valore come Luigi Scotto, già a quota 5 reti in 3 partite, e il già citato Petrovic, l'ultimo arrivato in prestito dalla Juve Stabia. Un attacco da Serie C, che sta anche facendo da chioccia ai giovani Nicolò Francescotti e Gabriele Zanotelli, col primo che ha già collezionato 2 presenze da titolare. Fedato spazia su tutto il fronte offensivo ricoprendo i ruoli di prima e seconda punta, oltre che da trequartista.

Fedato, è la vostra terza vittoria consecutiva: come vi sentite?

«Ci sentiamo bene, stiamo lavorando tanto in settimana e poi proponiamo le cose durante la partita».

Il gruppo sta dimostrando di avere trovato una solidità crescente, da dove nasce l'unità di questo Treviso?

«L’unità nasce dal fatto che sappiamo di essere tutti titolari e dalla voglia di fare qualcosa di importante fino all’ultimo».

Cosa si aspetta da questa stagione e soprattutto cosa deve fare questo Treviso per mantenersi saldo in vetta?

«Mi aspetto di continuare così campo su campo a dare battaglia e vincere il più possibile tutti assieme. L'unica ricetta per vincere un campionato così difficile è essere uniti come gruppo».

Com'è il rapporto con Gorini?

«Il mister ci fa lavorare sodo ed è molto preparato. Noi seguiamo quello che ci dice e sappiamo che durante la stagione ci sarà un'alternanza legata all'ampia rosa. Allo stesso tempo ognuno di noi nel momento in cui uno viene chiamato a giocare deve dare il massimo: abbiamo un obiettivo da raggiungere e dobbiamo farcela rimanendo uniti e concentrati».

C'è stato nel suo percorso un allenatore a cui è rimasto particolarmente legato e che in qualche modo le ha cambiato la vita?

«Diciamo che sono grato a tutti gli allenatori che ho incontrato, mi porto dietro qualcosa di ognuno di loro. Tra questi, però, mi sento di dire che quello che ha dato una svolta alla mia carriera è stato Christian Panucci. Mi è stato molto vicino e mi ha aiutato a crescere, sono molto legato e grato di averlo avuto come allenatore».

Che cosa l'ha convinta a scegliere di venire a Treviso a giocare in serie D?

«Ho scelto subito il Treviso perché mi ha convinto il progetto. Ho trovato un ambiente serio e ambizioso per questo ho deciso di vestire la maglia biancoceleste». 

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