Calcio, Tommasi tuona: «Soldi per lo svincolo: denunciateli»
Il presidente Aic dà battaglia per l’abolizione del vincolo sportivo che lega i giovani ai club fino ai 25 anni

TREVISO. Da un lato c’è chi si sente in gabbia, dall’altro chi segue diligentemente le norme e ribatte che, in alternativa, le squadre rischiano di ritrovarsi svuotate ogni anno. Si chiama vincolo sportivo. Serve una firma, a 14 anni, per continuare a giocare a calcio. Una firma che per qualcuno è una catena: è un “contratto” quasi a vita che, di fatto, solo la società può rescindere. Un caso che vede in prima linea l’Associazione Italiana Calciatori, presieduta da Damiano Tommasi, ex centrocampista della Roma e della Nazionale, e che viene riproposto dalla lettera pubblicata su Repubblica a firma di Maria Ruggeri, la mamma di un 16enne di Silea che non riesce a cambiare squadra. Mica per andare al Milan o alla Samp, ma semplicemente per un’altra squadra della provincia.
Vista così, si tratta di giocatori incatenati. Eppure le norme federali sono semplici, sta alle parti considerarle giuste o sbagliate. I ragazzi che giocano a calcio fra gli 8 e i 16 anni sono inseriti nella categoria Giovani e sono vincolati alla propria squadra di stagione in stagione. Ma a 14 anni, i ragazzi tesserati per squadre della Lega Dilettanti diventano Giovani dilettanti e possono essere sottoposti a vincolo con quella società, un legame che si scioglie solo a 25 anni. I tesserati di società professionistiche diventano Giovani di serie e il loro vincolo va dai 14 ai 18 anni. Se per i professionisti il limite è la maggiore età, per chi gioca nelle serie minori cambiare squadra è di fatto impossibile o quasi. Già, perché le società più serie si trincerano dietro l’impossibilità di ritrovarsi a dover rifare, anno dopo anno, intere squadre. Le società meno serie, invece, arrivano a chiedere un contributo economico al giocatore che se ne vuole andare. Risultato? In molti smettono.
«Su questo tema non facciamo sconti - conferma Damiano Tommasi, che è riuscito addirittura a portare il tema in Parlamento, senza però ottenere grossi risultati - peccato che il mondo del calcio non si renda conto che così ci si gioca il proprio futuro, quantomeno a livello dilettanti. Ed è un tema che non riguarda solo il calcio, ma anche altri sport. Molte famiglie ci contattano per raccontare gli ostacoli affrontati per cambiare squadra, il risultato è che molti passano al calciotto, al futsal o smettono. Ma questo problema se lo deve porre anche la Lega Dilettanti, altrimenti i cocci saranno troppi per essere raccolti. Le squadre spariscono: in certe regioni si è arrivati a cancellare la Terza Categoria».
Resta il nodo che nessuno vuole ammettere: quando un giocatore chiede lo svincolo ci sono società che chiedono un “indennizzo”. «Vanno denunciate», non fa sconti Tommasi, «invito i calciatori che si trovano in queste situazioni a denunciare il fatto, non è legale chiedere soldi per svincolare un calciatore. Alcuni faticano a capire che non si può continuare così. Eppure esistono delle società virtuose che hanno eliminato volontariamente il vincolo sportivo, che hanno capito che spesso la volontà di cambiare squadra non è un capriccio, ma sancisce il desiderio di continuare a giocare a calcio».
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