Barreto non decolla Treviso al palo

E' l'uomo su cui il Treviso ha puntato nel mercato estivo. Ma Barreto sembra la controfigura del giocatore che aveva entusiasmato il Tenni. Il brasiliano non decolla e i biancocelesti con lui. Ma è giusto aspettarlo?
20070929 TREVISO - PISA 2-3 (TREVISO MAGLIA CHIARA) IN FOTO A SX BARRETO (FOTOFILM/FotoFilm)
20070929 TREVISO - PISA 2-3 (TREVISO MAGLIA CHIARA) IN FOTO A SX BARRETO (FOTOFILM/FotoFilm)



Barreto non decolla e il Treviso con lui. L’uomo su cui si è puntato nel mercato estivo, il colpo che avrebbe dovuto far fare il salto di qualità alla squadra di Pillon, resta ancora un corpo estraneo.

 Tre gol realizzati, ma tutti su rigore, due espulsioni «procurate», due espulsioni subite, un paio di episodi poco chiari in partita e in allenamento con compagni e tecnico, e una serie di insufficienze in pagella: è questo il bilancio negativo del ritorno di Barreto in biancoceleste, e Pillon se ne sta rendendo conto tanto che sta cercando di spronare la sua «creatura» a venir fuori da questa situazione. «Vitor - dice Pillon - ha qualità che non si discutono, ma deve calarsi nella nostra realtà.

In questo momento non è il giocatore che conosciamo, è evidente, ma sono sicuro che con volontà, impegno e concentrazione può uscirne fuori, il suo è un problema mentale. Per uscirne a mio avviso deve trovare continuità a partire dall’allenamento e se lo fa con umiltà, ritornerà senz’altro quello che era». Alzi la mano chi alla notizia del ritorno di Barreto a Treviso non aveva manifestato almeno un minimo di felicità. La voce di un possibile prestito dell’attaccante brasiliano da parte dell’Udinese era già cominciata a circolare nei primi giorni di ritiro a Sluderno, intensificandosi via via fino all’ufficialità, che diede in primis l’Udinese quando dal suo sito il 3 agosto alle 20.30 venne battuta la notizia.

 Tra i tifosi non si parlava d’altro, il ritorno del bambino prodigio sembrava il presagio di una grande stagione, un sogno che si avverava. Peccato che poco più di due mesi dopo ci si stia interrogando se questo Barreto possa essere solo il lontano parente del funambolo che tre stagioni aveva fatto svoltare la stagione biancoceleste portando la società ai playoff e (per demeriti altrui) anche in serie A. Quei 12 gol in 25 gare sembrano lontani, come quel brutto episodio che gli stava per costare caro e che probabilmente lo ha segnato. E’ venerdì 30 aprile, e il Treviso è impegnato nell’anticipo di Bari, ma con la squadra di Pillon avanti per 1-0, Barreto in un contrasto aereo cade male, gravando tutto il peso corporeo sul collo che si piega in maniera innaturale. Subito si teme il peggio, poi il giocatore se la cava con un trauma cervicale, ma rimarrà fuori per il resto della stagione, e in estate passa all’Udinese. Dove comincia a giocare in Champions con Cosmi, poi sparisce; e anche l’anno dopo fatica a ritagliarsi lo spazio, racimolando in tutto una cinquantina di presenze (pochissime da titolare) condite da 8 gol, mentre in ambito europeo resta nota la doppietta in Uefa ai francesi del Lens. Negli ambienti friulani cominciò a circolare la voce dell’ingresso di Barreto in una setta in orbita a metà tra religione e fanatismo.

 In questa chiave si cercano di spiegare i suoi cambiamenti di umore repentini, l’assenza di spirito di iniziativa e quell’indole insofferente che anche adesso a Treviso non sembra aver perduto. Il ritorno a Treviso, con il suo padre putativo Bepi Pillon, non poteva che essere la strada giusta, così l’Udinese ha cercato di rivalutare il suo capitale facendolo rinascere lì dove aveva cominciato a spiccare il volo. Ma le ali del giovane Vitor sono bagnate, e il suo volo radente non sta aiutando il Treviso, anzi sembra che il suo atteggiamento poco votato al «bene comune» abbia in qualche modo minato la serenità dello spogliatoio.

 La tristezza che si legge sul suo volto è grigia come il cielo sopra Lancenigo e la classifica del Treviso.

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