Alvise De Vidi, un grande abbraccio

SAN BIAGIO DI CALLALTA. C’era Bruno, suo meccanico già ai tempi in cui correva in bici: gli era affezionato, a seguito di una paralisi si è trovato in sedia a rotelle e non lo vedeva da qualche anno. C’erano tantissimi amici, frequentatori del bar di famiglia, giovani e meno giovani a caccia di foto e autografi. C’era il prete don Edy. C’erano Coni, Cip, Fidal e Fispes. C’era il Treviso Bulls, team di hockey in carrozzina. C’erano Comune e Pro Loco. A partire da Marco Mion, assessore allo sport e artefice dell’evento. C’erano i paesani, c’era la comunità, c’era la famiglia. San Biagio ha festeggiato domenica il suo eroe, un grande abbraccio al campione senza età. Alvise De Vidi si è regalato alle Paralimpiadi di Rio la medaglia numero 15 di una carriera infinita e sbocciata con le prime gioie nel nuoto a Seul '88. Il bronzo sui 400 conquistato a 50 anni, l’ennesima soddisfazione di un’icona del movimento dei diversamente abili. Un pomeriggio vissuto sul filo dei ricordi, video e immagini per raccontare una favola. Almeno in 500 a riempire d’affetto il palazzetto “De Vidi” di Olmi. La rarità di una palestra dedicata a uno sportivo vivente. «Partecipi a tante cerimonie, vai persino da Sergio Mattarella al Quirinale, ma in eventi come questo provi emozioni diverse, avverti palpitazioni più forti», riconosce De Vidi, «Tutti ti conoscono, rivedi le persone con cui sei cresciuto, gli amici che frequentavi da bambino. Ti rapporti con la gente del tuo paese. E a me non capita di girarci spesso». Un’altra emozione intensa dopo il podio del mese scorso: «Una festa divertente. Con i cabarettisti, le domande dei tifosi, le richieste di selfie dei bambini. Un pubblico caloroso, uno spettacolo sentito e coinvolgente». Ci teneva tanto l’assessore Mion: «Quando gli capitò l’incidente, ero compagno alle medie del fratello Vittorino. Conosco bene Alvise, una grande persona». Il sindaco Alberto Cappelletto l’aveva pure accolto in aeroporto al rientro da Rio: «Un omaggio all’uomo, prima che allo sportivo». Alvise, commosso, guarda avanti: «Ai Mondiali di Londra 2017. Ora mi godo un po’ di riposo, all’atletica penserò da gennaio». La prossima sfida è già in calendario. E in paese, statene certi, bisognerà pensare a un’altra festa.
Mattia Toffoletto
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