Alla scoperta del volteggio a cavallo insieme alla coppia azzurra campione mondiale

treviso. Una coppia di ginnasti artistici che, invece che su pista o in pedana, le loro evoluzioni le eseguono sopra un cavallo, al passo o al galoppo, con un sottofondo musicale. Si chiama appunto volteggio a cavallo, sport che unisce la ginnastica e l’equitazione, praticato soprattutto in Austria, Francia, Svizzera e Germania. L’Italia però vanta la coppia campione del mondo, Lorenzo Lupacchini di Pordenone e Silvia Stopazzini, modenese: lo scorso settembre negli Usa, da campioni d’Europa in carica, hanno vinto i World Equestrian Games nella specialità Pas de deux. Un esercizio definito ai limiti della perfezione, che ha meritato l'altissimo punteggio di 9.027. La coppia, che si allena a Milano, è stata ospite della serata organizzata da “Migò” dal Panathlon di Treviso presieduto da Andrea Vidotti, ed ha approfondito la conoscenza di una disciplina non notissima, composta da esercizi di obbligatorio e libero, tanto difficile quanto spettacolare e praticata anche nella Marca, come al Circolo ippico Le Noghere a Castagnole. «Facevo nuoto e triathlon, a 9 anni mi ha iniziato mia sorella e me ne sono subito innamorata», racconta Silvia, «Ci vuole passione ed allenamento, a base di ginnastica artistica a terra. E poi serve grande affiatamento con il partner e col cavallo».

Il volteggio a cavallo è stato anche disciplina olimpica ma solo ad Anversa 1920, nacque come addestramento militare e fa parte della Federazione sport equestri: le coppie sono valutate da 4 o 6 giudici nel lato tecnico ed artistico. «Ci alleniamo 4 ore al giorno», rivela Lorenzo, «D’estate anche di più. Il cavallo avverte se siamo tesi o pesanti, bisogna stare molto attenti. Non speravamo di vincere l‘oro, eravamo la coppia più giovane, è stata una gioia immensa».

«Ai Mondiali abbiamo presentato un programma di latino-americano», dice Silvia», la sfida ogni volta è proporre qualcosa di diverso: le musiche vanno scelte accuratamente, mentre il cavallo deve avere un carattere docile e possedere buone andature».

Chiude Lorenzo: «Non è uno sport pericoloso, ma una volta io mi sono fratturato una caviglia e Silvia si è rotta i legamenti di un ginocchio…». —

Si. Fo.

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