L’amante delusa colpisce ancora, il sindaco: «Si muove di notte col passamontagna»
La saga sentimentale che ha travolto l’Alta si arricchisce di aneddoti. Questa volta la poetessa ha tappezzato il cimitero. Il sindaco invoca l’uso della videosorveglianza per incastrarla

L’amante delusa gira col passamontagna e tappezza anche i cimiteri con le poesie fra dolce stilnovo e Boccaccio, l’amore disperato e il fastidio per la rivale. Avrebbe addirittura una complice. Ma intanto, martedì pomeriggio, è scattata la denuncia e il sindaco di Campo San Martino Dario Luigi Tardivo interviene: «Metteremo a disposizione le immagini della videosorveglianza, va messo un freno a questo delirio».
La saga dell’amante delusa – che mette alla gogna amato e consorte dello stesso – continua, e ogni giorno si arricchisce di un nuovo capitolo. L’ultima trovata dell’anonima poetessa è stata quella di appendere i propri componimenti persino nelle bacheche cimiteriali: un tocco gotico, quasi a voler rendere immortale il proprio dolore amoroso. Dalle fermate degli autobus alle vetrine dei supermercati, dai patronati alle case private, ora anche i campisanti diventano parte del palcoscenico sentimentale. Il copione è sempre lo stesso: rime amare, fogli A4 appiccicati con scotch o colla, e quella vena di rancore che rende le poesie più simili a un atto d’accusa che a un madrigale.
I cittadini raccontano di vere spedizioni notturne: la protagonista si muoverebbe col passamontagna, affiancata da una misteriosa complice, in una sorta di “tour poetico” a tappe. Non solo: qualcuno riferisce di muri imbrattati a più riprese, con scritte che gridano il proprio messaggio a caratteri cubitali. «I figli corrono a strapparli appena spuntano», raccontano i residenti, testimoni involontari di questo teatro da marciapiede.

A Marsango, qualche giorno fa, i versi sono comparsi perfino sulla locandina della sagra di paese, attaccati davanti al patronato. Lì è intervenuto anche il sindaco Tardivo: «Non è questo il modo di deturpare i beni pubblici, così come quelli privati. In questi giorni la lettera anonima è apparsa in più punti, e non intendiamo restare a guardare. Il nostro territorio è provvisto di sistema di videosorveglianza, che siamo pronti a mettere a disposizione delle forze dell’ordine».
E i componimenti? Un miscuglio di dolce stilnovo e fiera vendetta, con il tono di chi vuole scolpire nella pietra la propria sofferenza: «Un cuore tradito non conosce riposo, la notte mi veste di nero e di pianto. Tu scegli la menzogna, io scelgo la verità: e il paese sappia ciò che nel buio si consuma». Strofe che alternano l’io lirico ferito a frecciate precise, dove la “moglie” diventa una presenza ingombrante, dipinta come rivale senza scrupoli. Non mancano le accuse di complicità familiare, con versi che evocano figli senza amore e un marito ridotto a fantoccio. Una sorta di canzoniere dell’ossessione, distribuito come opuscolo da bancarella.
Ma se per molti è folclore, per altri la faccenda ha già superato il limite. Lo sa bene Evelin Artuso, titolare della panetteria “Al posto giusto” di Pieve di Curtarolo, che all’alba di qualche giorno fa ha trovato la propria attività trasformata in lavagna pubblica. Sul tavolino di legno dove i clienti fanno colazione, una scritta a pennarello nero: «Sei senza dignità». S
ui manifesti pubblicitari attaccati al muro esterno, la stessa frase ripetuta più volte. In aggiunta, fogli A4 appiccicati con colla vinilica, difficili da staccare senza rovinare la superficie. «Chiudi e la mattina dopo ti ritrovi il negozio ridotto così», racconta la commerciante. «Ho scattato foto, tolto quello che potevo e poi ho detto basta: non si può andare avanti a fare colazioni tra scritte d’odio».
Nella denuncia presentata ai carabinieri, Evelin ha ricostruito punto per punto l’accaduto: l’orario, i materiali imbrattati, persino il fatto che non vi fosse nulla la sera prima. «Non conosco queste persone, non c’entro niente con i loro drammi. Ma se usano i miei muri per la loro guerra, allora diventa anche un mio problema».
Il suo sfogo, rilanciato sui social, ha trasformato la vicenda in caso di paese. C’è chi ride, chi cita De André e l’amore sacro e profano, chi si indigna, chi teme ulteriori degenerazioni, chi desidera approfondire, chi invoca un minimo di civile ipocrisia, chi scaglia pietre e chi è indulgente.
E intanto l’amante delusa colpisce, armata di passamontagna e rime, endecasillabi e mistero.
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