Il Giro d’Italia ritorna a Treviso: festa in città

Una giornata di entusiasmo collettivo tra vie affollate, musica dal vivo e volti noti dello sport. La città veneta ha celebrato con calore il passaggio della corsa, trasformandosi in un grande palcoscenico a cielo aperto

Pietro Nalesso

Impossibile non sentirsi al centro del mondo. Che sia il Giro, il Tour o la Vuelta, i ciclisti più competitivi del mondo che gareggiano nelle grandi classiche non possono che sentirsi abbracciati da tutti i popoli. Anche se Bartali e Coppi non corrono più, anche se mancano idoli locali o azzurri, è toccato a Treviso aprire le braccia al Giro, il capoluogo di Marca non ha deluso.

Sarà pure stato il secondo weekend con la viabilità da bollino nero, ma stavolta l’asfalto del centro e del Put non ha ospitato i 15 mila della Deejay Ten come 7 giorni fa, bensì i circa 180 campioni di strada, eroi della penisola da Trieste in giù.

La partenza a Treviso mancava da 6 anni, Apollo l’ha celebrata riscaldandola con i suoi raggi, ma il calore davvero non è mancato. Il presidente della Regione Luca Zaia ha battezzato lo start, per un Veneto culla del Giro anche nella giornata di oggi. Ma il Giro non è solo la corsa, le foto e i video dei curiosi assiepati vicino alle transenne (tantissimi cellulari alzati per catturare gli istanti dell’avvio, troppi): è una chance per creare un contorno di festa, per incentivare trevigiani e turisti a regalarsi un sabato leggerissimo.

E allora via di canti, balli e intrattenimento dal palco di piazzale Burchiellati: la carovana sbarca alle 10:45, carica la folla a ritmo di pop con Mahmood a tutto spiano, vicino c’è la coppa e dirige l’orchestra Pasquale “Pako” Carlucci di Rtl 102.5.

Poi arrivano i rugbisti Simone Ferrari e Federico Ruzza del Benetton accompagnati dalla Ricce del Villorba campione d’Italia, Aura Muzzo e Alessandra Frangipani.

Zaia tiene in mano il trofeo e saluta i trevigiani, vicino a lui c’è chi giura di non essere il suo erede, il sindaco Mario Conte con fascia tricolore: «Una giornata speciale per il Veneto che sta scrivendo pagine importanti di sport e passione, offrendo al mondo le sue strade, la sua gente e i suoi paesaggi inconfondibili- si legge dai social del governatore- dalle vie del centro storico al panorama delle colline del Prosecco, ogni metro sarà carico di energia, emozione e spirito di squadra. Un grazie a Treviso che ha reso speciale la partenza della carovana rosa e a tutti coloro che lavorano dietro le quinte per rendere possibile questo spettacolo su due ruote».

Anche Remo Mosole va a salutare il sindaco: «Il Giro è sempre il Giro, c’è poco da fare- commenta Conte sui suoi canali ufficiali- è la corsa che abbraccia le comunità, che riempie di colori, di storie, di personaggi. E anche quest’anno Treviso, che è la capitale italiana del ciclismo per tradizione, eccellenze produttive, passione per la bici e attaccamento alla corsa rosa, è stata ancora protagonista».

Il clou vero è all’ombra di Porta San Tomaso, poi si va in fibrillazione un po’ ovunque poco prima di mezzogiorno, quando l’attesa piano piano sta per finire. C’è tempo per comprare un ultimo gadget rosa o aspettare che piova dal palco, magari un cappellino per coprirsi da sole.

L’ideale sarebbe avere mille occhi e un alter ego in un’altra posizione per vivere il clima da un’altra angolatura. Poi arrivano i protagonisti per il foglio firma, sfilano sul palco divisi squadra per squadra, il boato è tutto per Andrea Vendrame, coneglianese della Decathlon AG2R La Mondiale Team. Si sgomita per avere un posto in prima fila, gli occhi sono fissi sulla partenza: scorre il countdown e partono gli applausi e gli incoraggiamenti per tutti, indistintamente. Un altro Giro si è fatto spazio nei cassetti della memoria.

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