Addio a Enzo Ferrari: allenò l’Udinese di Zico, poi la Triestina e il Padova
E’ morto all’età di 82 anni. Da calciatore rimane famoso il suo gol alla Roma da 77 metri, segnato con la maglia del Palermo. Allenò anche all’estero. E’ stato ricordato allo stadio prima della partita Udinese-Monza

Per tutti era semplicemente l’allenatore dell’Udinese di Zico, Per i tecnici del calcio era un innovatore avanti di vent’anni rispetto al pallone anni ‘80.
È morto a Udine Enzo Ferrari, aveva 82 anni e gli è stato fatale un malore.
Pochi mesi fa lo avevamo incontrato ed era sembrato di tornare indietro di quarant’anni. Lucido, orgoglioso (“Quando ho allenato in Spagna il Saragozza dopo l’Udinese mi hanno fatto tutti i complimenti per il mio gioco”), consapevole che la sua Udinese era entrata nella storia.
Perché lui, di San Donà di Piave era arrivato all’Udinese nel momento d’oro di inizio anni ‘80. Era la gestione Sanson-DalCin, che lo portò dal Conegliano ad allenare l’Udinese primavera.
In quella squadra c’erano De Agostini, Miano, Cinello, poi catapultati in prima squadra e quando toccò a Ferrari prenderne le redini arrivarono gli anni della miracolosa salvezza con il gol di Gerolin al Napoli negli ultimo minuti di una partita memorabile, l’Udinese di Causio, un Ufo piombato in Friuli, e con cui aveva giocato a Palermo in uno degli ultimi anni da calciatore, e Surjak, Edinho e poi l’ apoteosi col l’arrivo del più grande: Zico.
Una stagione da favola che ha fatto entrare Ferrari ancor più nella storia del club. L’ allenatore veneto poi ha anche allenato a Trieste e a Padova, ma è con l’Udinese che ha ottenuto i successi più grandi.
La carriera di calciatore
Si mise in mostra nel 1967-1968, in Serie B, disputando un ottimo campionato con la maglia del Genoa. La stagione successiva esordì in Serie A con il Palermo. Rimase celebre un suo gol segnato da 77 metri all'Olimpico contro la Roma, il 12 gennaio 1969: aiutato dalla tramontana, il suo era un lancio destinato a Gaetano Troja.
Con i rosanero rimase per quattro stagioni, collezionando 27 presenze in A nella stagione 1968-1969. Nell'ultima stagione al Palermo fu il capocannoniere della squadra con 12 gol, di cui 4 da subentrato; in quell'annata vestì tutte le maglie tranne quella del portiere e del libero.
Nell'ottobre del 1972 si trasferisce al Monza, pentendosi successivamente di aver lasciato la squadra che retrocederà a fine anno. Con il Monza non ebbe troppa fortuna retrocedendo in Serie C, categoria nella quale poi giocò prima a Livorno e poi, per un biennio, all'Udinese, quindi pure per una stagione all'Union CS, anche in quest'ultimo caso chiuso con una retrocessione.
Enzo Ferrari chiuse la sua carriera di calciatore al Conegliano in Serie D, in quell'annata affiancò il tecnico Narciso Soldan rivestendo il doppio ruolo di allenatore e calciatore e ottenendo la promozione nella neonata Serie C2.
Ferrari allenatore
Appese le scarpette al chiodo, intraprese definitivamente la carriera di allenatore nella stagione 1978-1979 al Conegliano, mentre nell'annata successiva guida la formazione Primavera dell'Udinese.
Nell'annata 1980-1981 subentra a campionato in corso sulla panchina della prima squadra a Gustavo Giagnoni, dopo avervi giocato da calciatore debutta dunque con l'Udinese in Serie A come allenatore. Nella sua prima stagione ottenne 14 punti in 14 partite e nelle altre tre stagioni in bianconero ebbe modo di allenare giocatori del calibro di Franco Causio, Edinho e Zico.
Ferrari fece una esperienza nella Liga spagnola, allenando il Real Saragozza nel 1984-1985. Uno dei risultati più importanti fu la vittoria per 2-1 contro il Real Madrid allo Stadio Santiago Bernabéu. Dopo un anno torna in Italia, pentendosi successivamente di non essere rimasto in terra iberica.
In Italia allena per un triennio la Triestina, in un periodo particolare nel quale la squadra alabardata subisce due penalizzazioni successive in quanto viene coinvolta nel Secondo scandalo scommesse che pregiudicheranno i risultati conseguiti sul campo sia del campionato 1985-1986 che del 1987-1988.
Nel primo caso Ferrari vide sfumare la promozione in Serie A, nel secondo vi fu la retrocessione in Serie C1.
A poco valse l'aver portato Franco Causio a indossare la maglia alabardata nelle ultime due stagioni della sua carriera.
Nel 1988 fu allenatore all'Avellino, neoretrocesso nella Serie B 1988-1989, da cui venne esonerato dopo 13 giornate. Il regolamento vigente, che venne abolito l'anno successivo, gli impedì pure di allenare all'estero nella stessa stagione.
Nel 1989 allena il Padova, nella Serie B 1989-1990, ma è sollevato dall’incarico dopo 14 partite. Nella stagione 1990-1991 divenne l'allenatore del Palermo, allenando per la seconda e ultima volta in carriera una squadra in cui aveva militato da calciatore. Sostituisce l'esonerato Francesco Liguori a partire dalla quarta giornata del campionato di Serie C1, al termine del quale la squadra ottiene la promozione in Serie B dopo il secondo posto finale.
Frattanto portò anche il club rosanero nella finale di Coppa Italia Serie C, persa contro il Monza, suo ex club. Nella stagione successiva fu esonerato e sostituito con Gianni Di Marzio. Allenò la Reggina nel biennio 1992-1994 e la Reggiana nella Serie A 1994-1995.
Le ultime esperienze da allenatore sono in Serie C1, con Alessandria (che porta all’ottavo posto finale nel campionato 1996-1997), Juve Stabia (nel quale fu esonerato alla 25ª giornata del torneo 1997-1998, dopo avere portato i campani nei piani alti della classifica e a cui poi subentrò Pasquale Casale), Ascoli (che guidò al raggiungimento dei play-off nel 1999-2000, poi pareggiando in finale con l'Ancona e mancando una disperata promozione per via della peggiore posizione in graduatoria nei confronti degli anconetani) e Arezzo (subentrato e poi esonerato nel 2001-2002).
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