Julio Velasco dottore ad honorem: è il giorno della laurea a Trieste

Alle 11 la consegna del titolo in Psicologia. Il coach terrà la lectio magistralis: “Allenando la mente”, i capitani del Cus maschile e femminile lo aiuteranno a indossare la toga

Piero Tallandini
Julio Velasco
Julio Velasco

“Allenando la mente”: nel titolo della lectio magistralis che terrà questa mattina, 12 maggio, all’Università di Trieste è già racchiusa la summa del magistero di Julio Velasco. Il coach argentino che ha cambiato la storia del volley italiano, innescando una rivoluzione culturale prima ancora che sportiva, sarà oggi insignito della laurea ad honorem in Psicologia.

Un’occasione unica, per studenti e accademici, per ascoltare dalla viva voce del neo dottore concetti e insegnamenti che negli ultimi quattro decenni lo hanno trasformato in uno dei comunicatori più influenti del panorama sportivo internazionale. Non un semplice addestratore di atleti: riprendendo il titolo della sua lectio, Velasco va considerato un “allenatore di menti”, in grado di valorizzare al massimo il potenziale individuale e collettivo.

Laurea ad honorem per Julio Velasco dall’Università di Trieste
Julio Velasco

Pioniere in psicologia dello sport

Non a caso la laurea ad honorem è proprio in Psicologia: il riconoscimento accademico è infatti promosso dal Dipartimento di Scienze della Vita dell’ateneo, dove da 25 anni è attivo il Laboratorio di psicologia dello sport: il commissario tecnico argentino è stato un pioniere dell’applicazione dei principi di psicologia dello sport negli allenamenti, esaltando l’importanza della forza mentale a supporto della preparazione fisica e tecnica.

L’iniziativa di oggi sarà anche l’occasione per superare quel muro – e qui la metafora pallavolistica è d’obbligo – che tradizionalmente respinge i tentativi di riconoscere allo sport un autentico valore dai punti di vista culturale e intellettuale, formativo e scientifico. Lo sport tra le Scienze della Vita. E così la laurea non sarà solo un riconoscimento a Velasco, ma un messaggio rivolto a chiunque sia in grado recepirlo andando oltre gli stereotipi e riconoscendo finalmente quel valore.

Il ruolo del Piccolo

Anche per Il Piccolo e per il Gruppo editoriale Nem sarà un momento particolarmente significativo: il nostro giornale ha avuto infatti una parte importante nell’ideazione dell’iniziativa e nell’avvio dell’iter per l’organizzazione dell’evento che l’Università di Trieste ha condotto e portato al traguardo. Ma perché proprio Velasco e proprio l’Università di Trieste? Perché un’idea come questa può prescindere dalla stretta attinenza geografica e dall’appartenenza nazionale come dimostra, ad esempio, il precedente dalla laurea honoris causa in Lettere attribuita all’ex tennista svizzero Roger Federer dall’Università di Dartmouth, prestigioso ateneo del New Hampshire.

La cerimonia

Ad aprire la cerimonia in aula magna, alle 11, sarà il benvenuto del rettore Roberto Di Lenarda, seguito da una breve introduzione sulla figura di Velasco di Luca Ubaldeschi, direttore responsabile delle testate Nem, e dall’intervento di Fabrizio Brancoli, vicedirettore Nem con delega al Piccolo e agli Eventi, dal titolo: “L’impatto umano nella metafora dello sport”. Poi toccherà a Ivan Donati, direttore del Dipartimento di Scienze della Vita dell’ateneo triestino, leggere la motivazione della laurea ad honorem, mentre Tiziano Agostini, professore ordinario di Psicologia Generale del Dipartimento, leggerà la laudatio. Quindi, il momento clou con il conferimento della laurea e la consegna del diploma a Velasco da parte del rettore. Il capitano della squadra maschile e la capitana della squadra femminile del Cus lo aiuteranno nella vestizione della toga. Infine, il ct raggiungerà il podio per la lectio magistralis.

Ad applaudirlo sarà idealmente tutto il mondo dello sport del Friuli Venezia Giulia. «Il fatto che proprio a Trieste Velasco venga insignito di questo straordinario riconoscimento è un motivo di enorme soddisfazione per il movimento pallavolistico regionale – sottolinea il triestino Alessandro Michelli, presidente della FederVolley Fvg, ex giocatore e manager –. Velasco è un’istituzione che va oltre l’aspetto tecnico. È un esempio unico di comunicazione, in grado di far arrivare messaggi di grande importanza soprattutto per l’educazione dei giovani. È una laurea che va all’uomo, prima ancora che all’allenatore».

Dopo gli scudetti ottenuti a Modena, Velasco, dalla fine degli anni ’80 ha cresciuto la “Generazione di Fenomeni” della Nazionale maschile e nel corso della sua lunga carriera è diventato il primo allenatore di pallavolo a conquistare titoli con le Nazionali di tre continenti diversi. L’ultimo trionfo a Parigi, l’anno scorso: l’oro olimpico con l’Italvolley femminile. —

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