Storie di ragazzi speciali Ervas e Mazzariol sono film

Due famiglie di Castelfranco e le loro vicende in due libri diventati best seller Salvatores sarà Fuori Concorso, Cipani nelle collaterali Giornate degli Autori



Due famiglie. Due ragazzi speciali. Due storie. Sono quelle di Franco e Andrea Antonello e di Giacomo e Giovanni Mazzariol. Sullo sfondo sempre la stessa città, Castelfranco Veneto. Quelle storie, dopo aver ispirato altrettanti romanzi (“Se ti abbraccio non aver paura” scritto dal trevigiano Fulvio Ervas e “Mio fratello rincorre i dinosauri” dallo stesso Giacomo Mazzariol), ora sono diventate film e debutteranno alla Mostra del Cinema di Venezia. Un pezzo di Veneto che dalla pagina scritta diventa cinema e sale sul palcoscenico internazionale del Festival.

lE EMOZIONI DELLA VITA

Una esperienza inedita e straordinariamente concentrata nella stessa edizione, con i protagonisti e gli autori di quelle storie che affidano le emozioni della vita e della penna al cinema.

Quella di Franco e di suo figlio Andrea è una testimonianza di coraggio, una sfida combattuta ogni giorno, tutti i giorni: il viaggio di un padre che, a dispetto del parere dei medici, attraversa in moto gli Stati Uniti e il Sud America in compagnia del figlio affetto da autismo, è stata la fonte di ispirazione del nuovo film di Gabriele Salvatores – “Tutto il mio folle amore” – che ha adattato per il grande schermo il romanzo di Evras diventato un caso letterario con 24 ristampe tra l’Italia e l’estero. Il film, che sarà presentato Fuori concorso, è interpretato da Claudio Santamaria che veste i panni di Franco Antonello, mentre Valeria Golino sarà la mamma di Andrea, che ha il volto dell’esordiente diciottenne Giulio Pranno. Il titolo del film è tratto dal testo di una canzone di Domenico Modugno, scritta da Pier Paolo Pasolini, che uno dei protagonisti del film intona ai matrimoni e alle feste in giro per la Dalmazia. “È tutto il mio folle amore lo soffia il vento, così”: un verso che ha ispirato Salvatores che ha confidato di essersi immaginato il “suo” Andrea come un “fool” di Shakespeare, uno di quei folli buffoni che riescono a tirarsi dietro re e regine costringendoli a fare i conti con se stessi, facendo ricorso a tutto l’amore che hanno ancora a disposizione. Un film nelle corde del regista napoletano, da sempre attratto dal mondo degli adolescenti (Io non ho paura; Il ragazzo invisibile), dai rapporti familiari (Quo vadis, baby? ), dalla ricerca di se stessi e dalle fughe (Marrakech express; Mediterraneo) per superare realtà spesso amare. Per la fatica, l’irrefrenabile voglia di vita e di normalità, per la necessità di dimostrare sempre qualcosa in più e di fare un passo in più degli altri.

In più

In più come il cromosoma di Giovanni Mazzariol che separa “i normali” dai soggetti affetti dalla sindrome di Down. Nell’immaginario di suo fratello Giacomo, Giovanni è una specie di supereroe con strani poteri. Comincia tra i due fratelli un sodalizio fatto di affetto e complicità che si traduce in una sorta di diario autobiografico – “Mio fratello rincorre i dinosauri” – in cui Giacomo matura col tempo un’analisi sempre più convinta e appassionata di quali siano le sensazioni, le emozioni e le difficoltà di chi in famiglia ha un componente affetto dalla sindrome di Down. Per anni, Giacomo non racconta ai suoi compagni di scuola di avere un fratello, cercando di proteggere se stesso dai giudizi degli altri: solo diciannovenne arriverà a comprendere che non è Giovanni ad avere barriere, ma è il suo modo di pensare a porgli gli ostacoli maggiori. Il viso di Giovanni, insieme alla sua storia, ha fatto la sua prima comparsa in un video intitolato “The simple interview” caricato su YouTube dal fratello Giacomo. Una storia di prospettive, di mondi di difficile comprensione ma senza confini, che il regista bresciano Stefano Cipani ha scelto per firmare il suo film d’esordio che sarà presentato alle Giornate degli Autori come evento speciale. Nel cast Alessandro Gassman e Isabella Ragonese, oltre alla iconica Rossy De Palma, musa di Pedro Almodóovar che a Venezia sarà premiato con il Leone d’oro alla carriera. Storie nate a Castelfranco che esondano dalla penna e si fanno largo nel cinema del mondo. —



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