«L’Edera, la storia dei cinefili trevigiani»

La famiglia Fantoni dal 1960 nella sede di S. Maria del Rovere: siamo diventati grandi senza perdere la filosofia dei piccoli
BORGHESI AG.FOTOFILM TREVISO CINEMA EDERA, IN FOTO I TITOLARI, LORENZO FANTONI, GRAZIELLA MICHIELETTO E LA FIGLIA GIULIANA FANTONI
BORGHESI AG.FOTOFILM TREVISO CINEMA EDERA, IN FOTO I TITOLARI, LORENZO FANTONI, GRAZIELLA MICHIELETTO E LA FIGLIA GIULIANA FANTONI

Cominciano nel tempio trevigiano del film d’autore gli eventi in calendario per i 40 anni della tribuna di Treviso: una rassegna di capolavori sul giornalismo, i film che hanno segnato la storia della settima arte. E’ infatti il Cinema Edera, punto di riferimento per cinefili e non solo, ad ospitare da lunedì (e per i successivi lunedì) alle 20.15 il ciclo, che sarà presentato dal critico Nicola De Cilia e porterà sul grande schermo, nell’ordine, “Quarto Potere” di Orson Welles, “Prima pagina” di Billy Wilder, “Professione reporter” di Michelangelo Antonioni, e “Cronisti d’assalto” di Ron Howard. Tanto per cominciare la serie, che vede tanti altri titoli. Un’occasione imperdibile per vedere finalmente, nel loro elemento naturale, ovvero la sala cinematografica, film che hanno attraversato il Novecento segnando il passo dell’immaginario giornalistico, ma che solo raramente vengono riproposti in sala. Questa con la tribuna è solo una delle ultime “chicche” che l’Edera offre, distinguendosi sul territorio per una scelta orientata alla promozione e alla valorizzazione del cinema d’essai, di oggi e di ieri, e di registi ieri sconosciuti e oggi famosissimi. «Noi abbiamo proiettato i primi film di Ridley Scott, Wim Wenders, Steven Spielberg, ma anche di Alan Parker, Woody Allen e i fratelli Coen, per dirne solo alcuni - spiega lo storico gestore Sandro Fantoni - quando erano ancora agli esordi, intuendo il loro talento e offrendo al pubblico il piacere di scoprirli». La ricerca di opere originali per nutrire lo spettatore di uno sguardo nuovo e arricchente sul mondo del cinema è compito della signora Fantoni, conosciuta da tutti come Lilly, che segue l’intera “filiera” distributiva operando la selezione dei film da mettere in programmazione. «Vedo le pellicole in anteprima, godo di personali informatori sulle uscite migliori della stagione e scelgo sulla qualità – svela la signora Lilly – per dare al pubblico più di quanto possa aspettarsi, soprattutto alle donne, che sono sia la parte più numerosa dell’audience, sia la più esigente, quindi cerco tra le cinematografie meno note ma dense di sorprese, come quella Coreana e quella del Nord Europa».

Il Cinema Edera nasceva il primo settembre del 1960 e Lilly adolescente ne era la cassiera, rilevandone poi la gestione con il marito il primo gennaio 1972. All’epoca la sala era unica ma nel 1989 arriva il “Piccolo Edera”, destinato alle rassegne d’essai e nel 2004 si triplica con un’altra sala dedicata a film contemporanei, per offrire una maggiore scelta gli affezionati spettatori. Sì perché il pubblico l’Edera non lo ha mai abbandonato, attraversando la rivoluzione digitale, la crisi delle sale, la tv on demand, i canali tematici e il web: le alternative per vedere i film proliferavano ma gli spettatori sono rimasti gli stessi, anzi, nel tempo sono aumentati.

«Ci sono molti giovani, soprattutto universitari – continua la signora Fantoni – che seguono le nostre rassegne per provare l’emozione che solo il buio della sala sa trasmettere. Tra quelle più importanti ricordiamo le monografiche su Almodovar, Kaurismaki, Jarmush e Leconte, che ci ha onorato della sua presenza in sala, ma resterà nella storia quella del 1989 su Tarkovsky, di cui siamo riusciti a far vedere tutta la produzione, perfino il suo esame di regia, un mediometraggio di 20 minuti, che ci è arrivato direttamente da Mosca». E il segreto di tale successo lo svela Sandro Fantoni: «Siamo diventati “grandi”, senza perdere la filosofia dei “piccoli”, senza cedere alla standardizzazione e senza rinunciare alla conduzione familiare dell’impresa Edera, per restare vicini al pubblico, offrire una programmazione aderente alle sue esigenze e proporre un cinema che lo colpisca, stimoli l’intelletto, provochi giudizi e voglia di confronto, perché le persone per natura amano la socialità e la possibilità di poter parlare con gli altri spettatori, e anche con noi, che siamo sempre pronti a consigliare e ad ascoltare». E per i consigli e l’ascolto che ha donato ai suoi spettatori per oltre mezzo secolo, la signora Lilly lo scorso anno è stata premiata dal Comune di Treviso con una onorificenza invocata a gran voce dalle tre generazioni di trevigiani cresciuti a pane e cinema Edera.

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