Fantasmi d’agosto negli antichi manieri della provincia di Treviso

D’estate rispuntano le leggende di Bianca di Collalto a Susegana e di Sofia di Colfosco a Serravalle, meta di visite

TREVISO. Tutti i castelli scricchiolano di rumori sinistri, anche quelli che non esistono più e mai scompariranno dalle leggende e dai racconti. Ecco dunque che la Marca Gioiosa, tra gli itinerari che propone durante l’estate, ne consiglia uno che porta ai molti palazzi e castelli che “ospitano” personaggi d’altri tempi per le cui apparizioni pare che agosto sia il mese preferito.

Ecco allora la caccia ai misteri che molti siti nella Marca raccontano con protagonisti i signori vestiti in lenzuolo bianco forieri di echi lontani, di delitti amorosi o di stupende storie d’amore, anche da parte di comitive di scettici oltre che a compagnie di “credenti” delle apparizioni e, in qualche caso, dei testimoni.

Partendo da Vittorio Veneto ci si imbatte subito nel Castello di Serravalle, il Castrum che fu dei Da Camino, luogo nel quale pare ancora aggirarsi il fantasma di Sofia di Colfosco che portò in dote proprio il Castello costruito nel XII secolo, quando sposò Guecellone II Da Camino. «È un fatto – assicura Ada Marcantonio, attuale proprietaria del maniero – che una delle prime domande che i visitatori del Castrum mi rivolgono riguarda l’esistenza o meno del fantasma di Sofia di Colfosco».

Quello di Sofia è un fantasma che ha coltivato per anni le fantasie di Serravallesi e no e che continua, a tutt’oggi, a dare, si dice, prove tangibili della sua presenza tra le antiche mura. «La parte interessata dalle sue apparizioni – continua Marcantonio – è quella più antica del castello, dove qualche anno fa abbiamo dedicato il nostro Festival teatrale di Serravalle proprio alla sua figura e alle sue materializzazioni che, anche a detta di studiosi del fenomeno, continuano a farsi concrete ogni anno, specialmente nel mese di agosto».

Poco lontaco dal Castrum fa bella mostra di sé palazzo Minucci-De Carlo, residenza tardo rinascimentale posta nel cuore del centro storico serravallese, dove la tradizione popolare vuole che nel vecchio specchio della “Camera di Camilla” appaia di tre quarti il viso di un personaggio immateriale che fu a suo tempo fotografato da un noto professionista vittoriese, il veterinario Renzo Piccin su indicazione di due studentesse che stavano preparando una tesi di laurea su alcuni arazzi del palazzo. Essendo lo specchio nella camera di Camilla, sorella di Camillo De Carlo, eroe della Grande Guerra e ultimo proprietario del palazzo lasciato in eredità al Comune, si è ipotizzato che le strane sembianze possano appartenere proprio al De Carlo, anche in funzione delle sue mansioni di spia, uno dei primi 007 della guerra 1915-1918.



A Susegana, sede del potente e inespugnabile castello di Collalto, è rimasto soltanto il grande torrione, parte delle mura, i portali e le poche case del borgo interno e una delle torri, oggi trasformata in campanile. E all’interno delle mura più alte si trova ancora la base di una delle torri distrutte, con il proprio sotterraneo ancora praticabile, chiamato “Prigione della Goccia”; qui venivano imprigionati i nemici e torturati facendo loro cadere sulla testa una goccia d’acqua. Bianca, serva di Chiara di Collalto che, gelosa della presunta relazione della serva con il marito, vi fu murata viva. Da lì la credenza popolare che ancora oggi si odano lamenti e piccole grida. 
 

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