Delbono «tentacolare» incanta la platea di S. Artemio

La narrazione magistrale dei «Racconti di giugno» tra amore, viaggio e malattia
TEATRO. Pippo Delbono attore e autore dei suoi testi
TEATRO. Pippo Delbono attore e autore dei suoi testi
 Qualcuno l'altra sera, entrando nell'auditorium del Parco di Sant'Artemio (che in realtà è una sala conferenze e al teatro sta come i cavoli a merenda), vedendo rossi lampi dardeggiare in cielo si era riproposto di «fare un saltino fuori, al più presto, per vedere come si mette». Poi è capitato... in mezzo ai «Racconti di giugno» di Pippo Delbono e non c'è più stato verso di schiodarsi di lì. Perchè Delbono non è (solo) un attore, non è un autore, ma uno che ti prende per... quelle cose lì e ti strizza a morte, portandoti nel suo mondo, nei suoi pensieri e in una cultura (non solo teatrale) ricca, articolata, tentacolare, e si fa perdonare anche qualche indulgere nel grido.  In arrivo dalla Danimarca (lì gli spettacoli vengono sottotitolati, altro che il nostro provincialismo), lo spettacolo, slittato di una settimana, è una specie di compendio, di riassunto sovrappensiero di altre opere di Delbono. Opere che sì, si nutrono della marginalità («Omosessuale, sieropositivo, buddista: non dite queste cose a mia madre», recita-dice), ma non la fanno mai diventare un'arma. Piuttosto un diverso angolo di visuale sulle cose.  L'amore, il viaggio, la malattia e molto altro, nei suoi racconti, non sono mai convenzionali e spesso sono ai confini con il plausibile. Eppure veri e pulsanti.  Va lontano, nelle autocitazioni, Delbono. Fino al suo «Tempo degli Assassini» del 1987. E lascia che la sua recitazione si lasci invadere dalla musica, anche la più dura, fino a toglierla dal sospetto di «colonna sonora» per consegnarla ad arte comprimaria. Si può prescindere dalla musica, che diventa essa stessa narrativa. Le due sonorità, quella parlata e quella suonata e cantata, aiutano, quando serve, a fare da grimaldello nell'attenzione del pubblico. Che l'altra sera, mentre fuori lampeggiava, ha abbracciato Pippo Delbono e la sua arte con calore.

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