Byzza, giovani trapper crescono «La mia Treviso un po’ disillusa»

TREVISO. Piccoli “trapper” crescono. Gianmarco Bizzaro (nell’ambiente musicale noto semplicemente come Byzza), 17enne originario di Castagnole e residente a Treviso, studia all’Alberghiero di Lancenigo ma ha un sogno nel cassetto: fare della musica trap la sua vita.
«Il primo vero amore però sono stati i film, mi sarebbe piaciuto fare l’attore. Poi ho iniziato a registrare le prime canzoni a 12 anni, alcune sono uscite e altre le ho semplicemente rimosse: si cambia», racconta Byzza. «A 14 anni, in prima superiore, ho iniziato a prendere tutto molto più seriamente: accanto ai pezzi che scrivevo sono nati anche dei video. Due anni fa è uscita la mia prima canzone trap, “Cucina”, legata anche al mio percorso di studi».
Il seguito di Gianmarco è andato in crescendo: a marzo 2018 ha pubblicato il video di “Trip”, vedendo lievitare letteralmente il suo consenso con oltre 60mila visualizzazioni YouTube e 80mila ascolti su Spotify, andando a "rimare" storie e sensazioni tipiche dell’adolescenza con la consueta indole “sboccata” tipica del genere. Ma c’è anche sentimento e la voglia di mettersi in luce, lasciando trasparire il talento di chi sa piazzare la parola giusta al momento perfetto, incorniciando strofe capaci di “attaccarsi in testa”.
«Ho iniziato a lavorare a un ep di cinque tracce, cinque mesi fa, che è appena uscito: si intitola “Brr” e contiene “Manca”, “Brr”, “Tasca sinistra”, “Fottuta fortuna” e “Geloso”. Brani miei, completati da collaborazioni con due amici: BlackShark XIX da Oderzo, oltre a Dna e Origvmi. Sono partito scrivendo di come l’ambizione potesse salvare un destino già scritto e ora il mio obiettivo è quello di fare musica, non il cuoco».
Durante le sua apparizioni live, Byzza ha saputo costruirsi una bella fanbase tra i ragazzi trevigiani ma non solo. «Il pubblico è più affezionato, conta aver l’aver girato molto a Treviso, visualmente parlando, i passati video. “Trip” l’abbiamo ripresa fuori dal museo Bailo, “Cucina” in Loggia dei Cavalieri... Sta cambiando quello che mi circonda e in primis sto mutando io, aprendomi di più alle persone. Posso dire di aver rivalutato le relazioni, a volte sono malinconico e un po’ disilluso, ma mi godo il mio momento».
Sul palco, Byzza ha già sferrato i primi "colpi" e il suo modello di riferimento è un pezzo di storia dell’hip-hop italiano. «Ho aperto per Tedua all’ippodromo due anni fa, ma in zona ho suonato anche in Casa di Caccia, all’Anima e alla Supersonic Music Arena. Al momento ho fissato due serate in dicembre: la cosa più bella è certamente vedere i ragazzi che riconoscono quello che canto. Il primo disco che ho sentito è stato “Controcultura” di Fabri Fibra: la mia passione e la voglia di mettermi in gioco è nata proprio in quel momento».
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