Zona rossa, la Lega fa la ronda senza FdI
L’iniziativa dei consiglieri e militanti del Carroccio in via Roma a Treviso. Maggioranza rotta? «Noi l’avevamo progettata da giorni»

Dopo tutte le battaglie fatte da Fdi sulla zona rossa, sui negozi etnici, sulla sicurezza in via Roma e dintorni, vedere giovedì 5 sera una dozzina di consiglieri comunali della Lega fare la ronda proprio in via Roma sa di smacco, voluto, pensato in giornate in cui il rapporto tra colleghi di maggioranza non è mai stato così spigoloso. Vale forse più questo del fatto che la Lega, ormai di fatto in campagna elettorale per le regionali, abbia deciso di risfoderare la vecchia arma della “passeggiate per la sicurezza”, che vent’anni fa portarono alla nascita delle pettorine fluo di “Veneto sicuro”, durate il tempo di qualche voto.
La Lega, che in via Roma aveva piantato un banchetto sabato, ha messo la freccia e superato a destra gli alleati, senza pensarsi nemmeno di coinvolgerli nell’iniziativa fatta sul terreno sul quale i colleghi avevano speso tanto sudore e nervi. Più smacco di così... «Non chiamatela ronda» metteva subito mani avanti ieri il capogruppo leghista Christian Schiavon, «è un giro, un sopralluogo, un controllo» ha ribadito ben sapendo la sensibilità dei prefetti sulle iniziative per la sicurezza fatte da singoli o gruppi di cittadini.
I leghisti si sono dati appuntamento in piazza Borsa e hanno iniziato a passeggiare verso la stazione, e di lì nelle aree che il prefetto ha indicato come perimetro dell’area sottoposta da giorni a controlli serrati: Lungosile, giardinetti, piazza Giustinian Recanati. C’erano il sindaco Mario Conte, il segretario provinciale del Carroccio Dimitri Coin, l’onorevole Gianangelo Bof, Michele Favaro, Guerino Mancini, Marco Tonellato, Christian Schiavon, e altri militanti da Andrea Beraldo a Mongini. Presenti l’assessore regionale Federico Caner e l’assessore ai lavori pubblici Sandro Zampese con Bepi Basso. Presenti anche Margherita Conte, Roberto Borsato, Riccardo Scottà, Nicola Torresan, Claudia Tronchin. Insomma la lista della Lega e quella Conte al gran completo o quasi.
Ma agli alleati? Nemmeno una telefonata? «Non vedo perché» ha replicato il capogruppo, «è una iniziativa nostra, la stavamo pianificando già da un paio di settimane». Un ulteriore paletto che marca ancor più la distanza dagli alleati visto che fissa la nascita dell’idea ai giorni precedenti gli screzi con Fdi, sottolineando come non coinvolgerli sia stata una scelta, forse già di allora, assunta con maggior nettezza oggi. Il tutto per la gioia (si fa per dire) dell’opposizione, che ormai spara a palle catenate contro l’alleanza litigiosa di maggioranza, e di chi cerca di fare qualche previsione sui movimenti di Lega e Fdi (e dello stesso sindaco Conte) in vista delle elezioni regionali. Il clima è quello da guerra fredda. C’è chi sostiene si tratti di una caccia all’incidente diplomatico, utile per poi andare alla conta, e chi pensa sia solo una prova di forza della Lega che no intende lasciare il passo all’arrembaggio di Fdi.
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