Zanon torna all’attacco «Non trovo operai produzione a rischio»

Da un anno il titolare della Minuterie cerca addetti  «Un intero tessuto produttivo in pericolo, politica assente»

VAZZOLA. Da un anno non trova giovani operai specializzati e lancia un nuovo appello per dare dei “Contratti a tempo indeterminato con contratto metalmeccanico”. Angelo Zanon, 65 anni, titolare delle Minuterie Zanon di Tezze di Piave, punta il dito verso i giovani e la politica: «È una questione di generazione, questi lavori non li si vogliono fare. In Regione non danno risposte e a Roma si preoccupano solo del reddito di cittadinanza». Già nel maggio dello scorso anno aveva segnalato la difficoltà nel trovare personale per la sua torneria, fondata nel 1989, specializzata nella produzione di elementi per tornitura e fresatura. L’azienda si trova nell’area industriale di Tezze. Ma non trova tre addetti per l’attrezzaggio dell’utensile a controllo numerico e rischia così di perdere delle commesse.

«Sto facendo appelli dall’anno scorso e senza esito», racconta l’imprenditore, «il quadro sta peggiorando. Dei miei venti dipendenti quasi tutti vengono dall’Est europeo, lì c’è una cultura diversa. Qui alla fine dell’Ipsia o dell’Itis i ragazzi vanno all’università, quei pochi che ci rinunciano sono contesi da decine di aziende come la mia. Si sta distruggendo un po’ alla volta l’impianto industriale che ha rappresentato la fortuna del Nordest».

La manodopera nella ditta ha origini straniere. «Dato che la risposta non la sanno trovare in Regione, allora bisogna che provenga da Roma, dove però si preoccupano solo di reddito di cittadinanza», attacca Zanon. «Di fronte a un mercato globalizzato, dove devi dare risposte a richieste che arrivano da una settimana all’altra, com’è possibile aspettare che si formino ragazzi in scuole i cui corsi durano quattro o cinque anni?».

Ha messo così adesso un’inserzione alla ricerca di manodopera. Esattamente un anno fa, era il 9 maggio 2018, aveva lamentato la medesima problematica. «Tanti possibili candidati mi dicono che in fabbrica non avrebbero “vita sociale” e cercano lavori più comodi, in ufficio o nei servizi – aveva dichiarato Zanon –. Il nostro però è un territorio ad alta vocazione manifatturiera. Il rischio è la morte di un intero tessuto produttivo: con la scomparsa di un certo tipo di manodopera abbiamo perso anche tanta qualità nelle lavorazioni». –

Diego Bortolotto

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