We run for Women a Treviso, oltre 1500 partecipanti alla corsa della polizia di Stato contro i femminicidi

I proventi della quarta edizione della manifestazione per la prima volta a Treviso al Centro Antiviolenza Telefono Rosa che sostiene i figli delle donne vittime di abusi

Rossana Santolin
Al centro il questore di Treviso Alessandra Simone alla partenza della Run For Women
Al centro il questore di Treviso Alessandra Simone alla partenza della Run For Women

Una corsa nel cuore di Treviso per dire stop ai femminicidi. Il sold out delle iscrizioni nei giorni scorsi aveva già preannunciato il successo della We Run For Women, la corsa podistica benefica promossa dalla polizia di Stato che per la prima volta domenica 16 novembre ha fatto tappa in città dopo aver toccato nelle passate edizioni, questa era la quarta, Savona, Monza e Torino. 

Donne e uomini, oltre partecipanti hanno percorso i due tracciati di 3 e 7 chilometri con partenza e arrivo in piazza dei Signori. Due percorsi con un comune obiettivo, tenere alta l’attenzione sul tema della violenza sulle donne. In prima linea al blocco di partenza il questore di Treviso Alessandra Simone che ha battezzato la quarta edizione tutta trevigiana della manifestazione che gode del sostegno della Direzione centrale anticrimine e che è stata realizzata grazie alla collaborazione con la società sportiva Trevisatletica.

Anche l’associazione dei commercianti, Veneto Imprese Unite, ha aderito con vetrine allestite ad hoc e l’offerta di sconti per gli iscritti. «L’obiettivo comune è contrastare la violenza di genere, in tutte le sue forme, e in questo senso la corsa diventa una metafora: tutti noi dobbiamo correre verso il comune obiettivo di azzerare i femminicidi» ha commentato il questore Simone. 

Trevigiani e non, coppie, famiglie, donne e uomini di tutte le età, ma anche tanti giovani e giovanissimi hanno indossato il pettorale e sfidato la giornata uggiosa per lanciare un messaggio e  sostenere il Centro Antiviolenza Telefono Rosa che si occupa dei figli delle donne vittime di abusi, cui è stato devoluto parte dell’incasso. 

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso