I volti e le storie di chi non c’è più. La marcia silenziosa per dire basta agli incidenti stradali

A Castelfranco la fiaccolata con oltre trecento presenti. Il dottor Tommasi, ex direttore di Pedemontana Emergenza: «Le ferite restano anche nei soccorritori». Appelli ai giovani e inviti alla prudenza: «Niente smartphone mentre si guida»

Davide Nordio
La fiaccolata per le vittime della strada a Castelfranco
La fiaccolata per le vittime della strada a Castelfranco

«Non è un Paese civile quello in cui si contano ancora nove morti al giorno sulle strade»: basta questa cifra, citata da Paola Conte, referente di “Non correre, accorri”, anima della fiaccolata che si tiene ogni anno a Castelfranco in occasione della Giornata Onu per le vittime della strada, per capire che sul tema della sicurezza stradale c’è ancora tanto da fare.

E nonostante questo sono decisamente gravi da parte del governo i tagli a tutti i capitoli spesa che invece potrebbero intervenire per avere strade sicure, come denuncia la Fiab (Federazione italiana ambiente e sicurezza). Oltre trecento le persone che, nonostante la pioggia, hanno voluto essere presenti a questo momento toccante, concluso con la proiezione di tanti, troppi, volti di chi non c’è più perché la loro vita (spesso giovane) è stata spezzata da una manovra azzardata, dalla velocità, purtroppo anche dalla distrazione dello smartphone o da chi si è messo al volante senza essere pienamente pronto a reagire.

Un appuntamento che è stato aperto da Aurelio Tommasi, per oltre 30 anni direttore sanitario di Pedemontana Emergenza, il primo ad arrivare sul posto di un incidente grave. «Ero molto lieto di poter essere qui oggi, ma ho rischiato di non potercela fare: migliaia sono le ferite che si riaprono quando la memoria va a questi tragici episodi. Ferite che non si rimarginano più per le famiglie delle vittime, ferite che condizionano non solo gli amici ma anche chi come me, come i vigili del fuoco, le forze dell’ordine sono chiamati a intervenire. Anche noi siamo vittime: dopo un incidente mortale non dormi più, ti continui a chiedere se quella vita si poteva salvare se avessi insistito di più con la rianimazione, magari già portata avanti oltre il ragionevole. Bisogna prevenire, certo: ma oggi siamo qui all’indomani di un incidente (quello a Castelcucco, ndr) dove sono rimasti feriti, e uno in modo grave, tre giovani. Ecco, è ai giovani, innanzitutto, che rivolgo l’appello a non cadere nella tentazione della velocità, della guida spericolata».

Per Francesco Serafino, referente castellano della Fiab, deve essere chiaro il concetto che «la strada è un luogo pubblico e pubblicamente vanno studiati i progetti per renderla sicura. Occorre lavorare molto sulla moderazione della velocità. E basta dire che i velox servono solo a fare cassa, come sostengono alcune associazioni! Assistiamo a tagli importanti per la sicurezza nella legge di bilancio: meno 159,5 milioni sul capitolo trasporti e viabilità, dopo che era stato tagliato lo scorso anno di 70 milioni quello sulla mobilità sostenibile».

Il corteo con le fiaccole si è mosso dal palazzetto dello sport verso il duomo per la videotestimonianza di Stefano Guarnieri, il quale dopo aver perso un figlio ha creato l’Associazione Lorenzo Guarnieri Onlus. La fiaccolata si è poi snodata lungo le mura del castello, attraversando piazza Giorgione in un silenzio assordante. Quindi, tornati al duomo, il ricordo delle vittime: la maggioranza aveva meno di trent’anni.

Notata l’assenza di una rappresentanza ufficiale del comune di Castelfranco, che pure aveva dato il suo patrocinio: presenti i consiglieri di opposizione Claudio Beltramello, Alessandro Boldo, Maria Chiara Bazan. Unica fascia tricolore quella del sindaco di Resana Stefano Bosa, accompagnato da un assessore e due consiglieri: «Giovedì abbiamo tenuto un incontro sulla sicurezza stradale: avevamo invitato uno per uno, personalmente, cinquanta ragazzi che avevamo premiato come meritevoli a scuola: ce n’era solo uno. Questo testimonia che per loro il pericolo non esiste, e forse per nessuno visto che continuiamo a piangere vite. Distrazione e fretta sono le principali cause. Cosa fare? Continuare a fare educazione stradale e iniziative come queste. Come sindaco, dico che anche noi siamo i primi a correre in caso di incidenti gravi, anche noi rimaniamo feriti. I minori investimenti di cui si parlava? Sono tre i fattori in gioco in un incidente: la strada, l’auto, il conducente. Strada e auto non hanno colpa. Deve essere chiaro che è il conducente a dover rispettare le regole. Sugli autovelox lancio una provocazione visto che si dice che fanno cassa: facciamo che non siano più gestiti dai Comuni, ma da qualsiasi ente sovracomunale e che tutti gli introiti, tolti quelli già previsti per la manutenzione delle strade, finiscano alla sanità. Vediamo se c’è ancora il coraggio di fare ricorsi». 

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