Le Sentinelle del Piave insultate dai bagnanti, Zaia: «Salvano delle vite»

Dopo le tragedie sul fiume Piave, 300 volontari sorvegliano le sponde per garantire sicurezza. Il caso, i bagnanti li insultano: ecco cosa è successo 

Gloria Girardini
Volontari per la sicurezza del Piave insultati dai bagnanti: Zaia condanna gli atti incivili
Volontari per la sicurezza del Piave insultati dai bagnanti: Zaia condanna gli atti incivili

Volontari per la sicurezza del Piave insultati dai bagnanti. «Comportamento incomprensibile e incivile», ha sbotttato Zaia. A seguito delle tragedie che si sono consumate recentemente nel Piave, la Provincia di Treviso ha lanciato un’iniziativa straordinaria per rafforzare la sicurezza lungo il fiume, mobilitando circa 300 volontari. Il gruppo, coordinato dalla polizia provinciale e composto principalmente da guardie volontarie delle associazioni ittico-venatorie, ha l’obiettivo di sorvegliare attivamente le sponde del fiume.

L’iniziativa, patrocinata da diversi Comuni e associazioni di categoria, non si limita alla semplice vigilanza, ma svolge un ruolo cruciale di sensibilizzazione e informazione. I volontari, infatti, sono impegnati a mettere in guardia i bagnanti dai pericoli reali e spesso sottovalutati del fiume, come le correnti improvvise e il divieto di balneazione in molte aree. La loro presenza costante vuole essere un deterrente per chi ignora le norme di sicurezza e un punto di riferimento per chi cerca informazioni. L’obiettivo a lungo termine è di diffondere una cultura del rispetto e della consapevolezza, prevenendo futuri incidenti e tragedie. Purtroppo, nonostante l’impegno lodevole di questi volontari, l’iniziativa ha sollevato un’altra problematica: alcuni di loro sono stati insultati e aggrediti verbalmente da bagnanti maleducati. «

Prendere a male parole chi, da volontario, è incaricato di vigilare ed evitare rischi ai bagnanti informandoli dei problemi che possono creare le acque del Piave», dice Zaia, « è incivile e poco rispettoso di chi si è messo a disposizione dopo i numerosi eventi, anche tragici, che si sono verificati ultimamente sul fiume Piave».

Alla luce dell’insofferenza che sta crescendo tra i bagnanti, il presidente ha aggiunto che risulta «incomprensibile il motivo per cui si debba reagire con sgarbo e aggressività nei confronti di chi è incaricato di mettere in guardia le persone dai pericoli che le acque del fiume possono nascondere».

Ha poi sottolineato che non è un comportamento «serio e civile», specialmente perché incidenti e annegamenti accadono proprio per la scarsa conoscenza dell’ambiente naturale. «Esattamente quello che i volontari cercano di superare facendo informazione e presenza sulle sponde», ha concluso Zaia. «A loro va il mio ringraziamento, perché grazie a loro, magari, qualche vita potrebbe essere salvata».—

 

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