Vittorio e Felettano, una scia di morti: il coronavirus ha ucciso almeno 22 anziani

Al De Lozzo di San Pietro 16 defunti accertati, altri 6 al Cesana. La “sequenza” continua, allarme rosso in Sinistra Piave
VITTORIO VENETO.NUOVA RESIDENZA CESANA MALANOTTI
VITTORIO VENETO.NUOVA RESIDENZA CESANA MALANOTTI

VITTORIO VENETO. Ancora morti. È la passione delle case di riposo. E non solo. Quasi una strage. Da Santa Maria di Feletto a Vittorio Veneto (altri tre morti al Cesana Malanotti) passando per Conegliano. La Sinistra Piave è in ansia.

nel felettano

Alla Fondazione De Lozzo Da Dalto di Santa Maria di Feletto si allunga la sequenza dei decessi: erano 15, a mercoledì sera, e se n’è aggiunto un altro ieri. Quindi 16, tutti certificati Covid, come hanno potuto accertare i medici necroscopi. L’Istituto ha una sessantina di ospiti: un’area è stata riservata a chi manifesta i sintomi del contagio. Uno spazio blindato. Una decina gli operatori sanitari, su 14, che sono stati individuati positivi e che, pertanto, sono a casa. L’Usl 2 ha provveduto a sostituirli con personale delle cooperative.

«Siamo costernati», ha commentato ieri sera il sindaco Maria Assunta Rizzo, «Perché qui in paese ci conosciamo tutti e sappiamo quanto tesoro di umanità rappresentano questi nostri anziani». Il sindaco ne ha dato conto nella seduta serale della giunta comunale, evidenziando come questa e le altre case di riposo si siano trovate impreparate all’emergenza: cercavano dispositivi e non riuscivano a trovarli. E questo per giorni. «Adesso la situazione è sotto controllo», conferma Rizzo, «Anche per la messa in sicurezza degli anziani più a rischio».

nel coneglianese

Un altro decesso, ieri, anche a Casa Fenzi di Conegliano, mentre in allarme è l’infermeria del convento dei Padri Cappuccini, dove due frati hanno la febbre e manifestano altri sintomi caratteristici del coronavirus. Il convento sta cercando disperatamente dei tamponi a cui poter sottoporre i degenti. Un di più di preoccupazione perché in convento è ricoverato anche padre Flavio Carraro, già vescovo di Verona.

Ad Orsago un decesso classificato Covid è avvenuto in una casa privata, dove tutta la famiglia si trova adesso in quarantena. E poi appunto Vittorio Veneto, con il Cesana Malanotti. Tre i morti nelle ultime ore, che portano il numero delle vittime sospettate di coronavirus oltre quota trenta. Le celle mortuarie hanno tutti i posti occupati e in caso di necessità per le salme viene utilizzata l’ex lavanderia.

nel vittoriese

Quella dell’istituto di Costa è, peraltro, una situazione sotto controllo, come ha verificato la stessa Usl che ha inviato una propria task force. Gli anziani certificati positivi sono circa una sessantina, sembra però che la maggior parte sia asintomatica. Tutti sono ospiti dei due reparti Covid ricavati in casa di riposo. Oltre una trentina i dipendenti a casa perché positivi, altrettanti si troverebbero in isolamento domiciliare volontario.

Ad integrare l’organico sono intervenuti i collaboratori delle cooperative che si sono messe a disposizione dell’azienda sanitaria. I consiglieri comunali Mirella Balliana e Alessandro De Bastiani, delle liste civiche “Partecipare” e “Rinascita civica”, sono tornati a chiedere al sindaco Antonio Miatto un rapporto, quanto meno ogni due giorni, sulla situazione dell’Ipab. «Pensiamo sia utile e doveroso che il sindaco fornisca alla cittadinanza i dati ufficiali, come già fanno da parecchio tempo alcuni sindaci dei Comuni limitrofi. Per questo chiediamo al primo cittadino di emettere, almeno due volte alla settimana, un bollettino che informi la cittadinanza della reale situazione in città e nella struttura comunale del Cesana».

I due esponenti municipali si dicono certi che in questi giorni al sindaco siano pervenuti anche i documenti e le relazioni relativi alla situazione della casa di riposo e auspicano che la documentazione sia messa a disposizione del gruppo consiliare come richiesto quindici giorni fa, considerato che nelle ultime ore stanno emergendo dati che confermano la criticità della situazione interna, e dati su nuovi decessi «che vorremmo fossero smentiti o confermati». Il sindaco Miatto, peraltro, ha fatto il punto ieri del “popolo Covid” del suo Comune. I vittoriesi positivi sono 35, 60 però sono parcheggiati in quarantena. Un isolamento che vale anche per 17 concittadini rientrati dall’estero. 6 i deceduti di Vittorio Veneto, 15 quelli ricoverati nell’ospedale di Costa, 13 i guariti.

Poi ci sono 15 pazienti di cui non si hanno informazioni precise sull’origine della loro malattia. —


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