Villorba, bimbi "in fuga" dagli asili parrocchiali

VILLORBA. Una settantina di genitori delle materne parrocchiali ieri mattina si sono presentati in direzione didattica per iscrivere i propri figli alla statale «ma non chiamatela protesta, è una necessità», ha spiegato Renata Tinucci. Sale dunque la tensione tra il Comune e i genitori dopo il paventato aumento delle rette. La scuola ha dovuto attrezzarsi. Personale a pieno servizio, e banchi nei corridoi per smaltire la coda. Alla riunione di venerdì sera organizzata dal parroco di Fontane è stato annunciato un possibile aumento di 30 euro, da 180 euro al mese a 210. In due anni una mazzata da mille euro a famiglia, visto che due anni fa si pagavano 160 euro al mese. Il nuovo aumento secondo i parroci e i genitori è dovuto alla decisione di applicare l’Isee e destinare il contributo comunale solo ai residenti. Un principio che tutti, Fism e genitori compresi, non contestano in astratto. Ma che, essendo Villorba l’unico Comune, insieme a Spresiano, ad applicarlo, porterebbe a conseguenze negative. «Uno dei problemi è che, quando iscriviamo i nostri figli, non sappiamo quanto pagheremo di retta», ha aggiunto Fabio Perozzo, «e questo è assurdo. Se vado ad acquistare un servizio, devo sapere quanto mi costa, ancor più in un momento di tale difficoltà per le famiglie. Con questa decisione del Comune invece non è possibile saperlo».
Un effetto, secondo i genitori, dovuto al fatto che i soldi entreranno nelle casse della parrocchia solo una volta presentata l’Isee degli iscritti. Non è quindi possibile sapere in anticipo quanta avranno diritto al contributo, e in che entità. Inoltre non essendoci alcun contributo per i residenti, che dovranno pagare retta piena, è possibile che si verifichi una migrazione verso le materne di altri Comuni. «È accaduto anche a Spresiano», ha spiegato Renata Tinucci, «alcune famiglie hanno iscritto i propri figli a Villorba. Ma questa migrazione ha fatto perdere una sezione alla materna di Spresiano. Ed essendo i contributi regionali proporzionali alle sezioni, alla scuola sono arrivati anche meno soldi».
Tra la settantina di genitori che ieri si sono presentati in via Solferino per iscrivere i propri figli alla materna statale, c’erano molti iscritti di Villorba, e altri provenienti da Fontane e Lancenigo. La decisione dei genitori, che senza dubbio è anche una reazione nei confronti del Comune, rischia di avere conseguenze sulle materne parrocchiali. Di certo non tutti troveranno posto alla statale, visto che a disposizione ci sono 140 i posti, compresi i bambini già iscritti. Ma anche un trasferimento di 10/15 iscritti potrebbe avere ripercussioni gravi sul bilancio della materna parrocchiale. Le rette aumenterebbero ulteriormente per chi resta, o, peggio, le scuole sarebbe costrette a chiudere. Non sorride nemmeno chi ha il bimbo al nido di Villorba: «Pagavo 400 euro al mese due anni fa, ora siamo a 600. Con l’altro figlio alla materna parrocchiale, significa spendere 800 euro al mese», spiega un papà. Il sindaco Marco Serena dopo il blitz alla riunione di Fontane di venerdì sera, ieri è rimasto in contatto con la dirigente scolastica, ma non si è recato sul posto: «Prendo atto che la Fism sta accoltellando alla schiena le scuole parrocchiali», è il suo laconico commento. Ma cosa succederà il 15 febbraio quando scadrà il termine delle iscrizioni e le paritarie si troveranno con iscritti decimati? Il rischio è che chiudano gli asili.
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