Villette giù, spuntano palazzine: il piano casa fa Montebelluna verticale

MONTEBELLUNA. Giù la villetta e al suo posto una palazzina se non proprio un condominio. Sono gli effetti del piano casa varato dalla Regione Veneto, che in centro a Montebelluna sta evidenziando storture rispetto a quanto dicono i piani urbanistici. Da quando è entrato in vigore, in città sono stati centinaia gli interventi grazie a questo strumento, ma i più eclatanti sono proprio in centro e sono interventi in corso proprio in questo periodo.
Tre casi simbolo. Tre in particolare: in via Bergamo, dove prima c’era una casa, si sta terminando un grosso condominio di vari appartamenti; in viale Manin una abitazione ha lasciato il posto a un altro condominio in fase di costruzione; all’angolo tra via Salvo D’Acquisto e via Papa Giovanni XXIII, a ridosso di una scuola e del PalaLegrenzi, una elegante villetta a un piano è stata demolita e anche lì sorgerà un condominio che architettonicamente ha una struttura a cubi e che conterrà vari appartamenti. Il fatto è che in caso di demolizione e costruzione si può ampliare del 70% quello che era prima e salire in altezza del 40% rispetto al precedente edificio, anche se i limiti dei piani urbanistici in vigore sono inferiori. Ed è così che sono sparite villette per lasciare il posto ai condomini. È entrato in vigore nel 2009 il piano casa, in centinaia ne hanno usufruito a Montebelluna, tanti ampliando l’esistente, in altri realizzando l’ampliamento staccato dall’edificio esistente, tirando su in pratica una ulteriore e nuova casa, ma in vari casi buttando giù tutto e costruendo molto di più di quello che c’era prima. Abbattimenti con ricostruzioni che, soprattutto nel contesto del centro storico, hanno reso l’impatto edificatorio rilevante, creando squilibri urbanistici.
Gli scompensi. «Questo strumento – commenta il sindaco Marzio Favero – è stato concepito dalla Regione per affrontare gli anni della crisi consentendo interventi di qualificazione o di costruzione degli edifici attraverso un sistema di premialità. Ha avuto degli effetti positivi dal punto di vista economico da un lato, ma dall’altro sta generando anche degli scompensi. La sua applicazione va ricondotta a una logica paesaggistica altrimenti si aprono delle falle nella gestione dell’area urbana con edifici che risultano evidentemente fuori scala rispetto al contesto. Spero che il consiglio regionale voglia riflettere sia sui contenuti di questo strumento che sulle modalità della sua applicazione così da rivedere alcuni aspetti normativi per ricondurre l’applicazione del piano casa all’interno delle logiche del Pat e del piano degli interventi che sono gli strumenti guida per una corretta gestione del tessuto urbano degli equilibri costruttivi e progettuali che si devono pur raggiungere per garantire una qualità degli spazi del vivere comune».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso








