Villa Emo, l’acquirente ricostruirà gli edifici del borgo crollati da anni

Incontro fra i professionisti e la giunta di Vedelago: l’ipotesi di un centro espositivo di alto livello dedicato all’arte
Sandri Fanzolo villa Emo collegata alla mostra Veronese nelle terre di Giorgione
Sandri Fanzolo villa Emo collegata alla mostra Veronese nelle terre di Giorgione



Villa Emo resterà un “museo vivo”, migliorando i servizi di accoglienza dei visitatori, dal bookshop, che sarà implementato, alla realizzazione di un bar caffetteria nella più classica delle formule museali, in stile Peggy Guggenheim. Di più: l’acquirente europeo della palladiana villa di Fanzolo, attraverso i professionisti di fiducia – l’avvocato Piero Reis del foro di Venezia, e il commercialista Alessandro Danesin – ha anticipato che ristrutturerà l’antico borgo. Il borgo sarà in parte restaurato, in parte ricostruito, ripristinando gli edifici crollati da tempo, seguendo le indicazioni della Soprintendenza. Un’operazione, quella nel borgo, il cui costo va quantificato in alcuni milioni di euro, a cui si aggiungeranno altri importanti interventi di restauro degli affreschi della villa ( si parla di quasi un milione di euro), e di valorizzazione del parco.

carte in tavola

Le intenzioni dell’acquirente sono state anticipate ieri pomeriggio dai suoi rappresentanti durante l’incontro a porte chiuse che si è svolto nel municipio di Vedelago con il sindaco Cristina Andretta, il vicesindaco Marco Perin, gli assessori Denisse Edith Braccio, Fabio Ceccato, Giorgio Marin, Roberto Nicoletti, il direttore del Credito Trevigiano Claudio Giacon, e il presidente, l’avvocato Pietro Pignata. «Nell’incontro è stata dichiarata l’intenzione dell’acquirente di mantenere la villa fruibile al pubblico e di realizzare importanti investimenti per il restauro della villa, del borgo e del parco con l’obiettivo di implementare l’afflusso dei visitatori», è lo scarno contenuto della nota congiunta diffusa ieri dopo il vertice sul futuro di villa Emo.

né hotel, né abitazione

Il gioiello palladiano non si trasformerà in albergo, né in abitazione privata, non chiuderà le porte al pubblico, né sarà accessibile a un’élite di turisti di lusso. Una prima rassicurazione che ha fatto uscire l’amministrazione Andretta soddisfatta dall’incontro. La villa continuerà ad avere una funzione turistica, restando «visitabile ancor meglio di come avviene ora». Se attualmente le porte si aprono al pubblico dalle 10 alle 17 nel periodo invernale, fino alle 18 in quello estivo, tutti i giorni dell’anno, salve pochissime eccezioni, villa Emo continuerà ad accogliere i visitatori nelle stesse fasce orarie, che potranno essere semmai ampliate.

mostre d’arte

La formula che l’acquirente propone per il rilancio di villa Emo è quella dell’organizzazione di possibili mostre, magari d’arte contemporanea, o con l’esposizione dei plastici delle ville palladiane, da allestire probabilmente negli spazi dell’antico borgo. ll prezzo dei biglietti ancora non è stato definito e sarà naturalmente differenziato in base ai servizi richiesti dal pubblico. Ma, se oggi la villa permette di incassare 140mila euro all’anno grazie agli oltre 17mila visitatori paganti, con un costo medio di ticket di 8 euro, l’obiettivo è migliorare il risultato. Grazie ad investimenti nel marketing che l’acquirente ha intenzione di mettere in campo, per attirare più visitatori, attivando anche i circuiti di turisti dall’estero, gli accessi alla villa aumenteranno.

L’acquirente di altissimo standing, probabilmente legato ad una Fondazione, non avrebbe alcun fine speculativi: non sarà realizzato un centro benessere, né strutture accessibili ad una platea ristretta di utenti.

potenzialità inespresse

Da un’accurata analisi della villa, l’investitore, appassionato di Palladio, ha intuito che ci sono delle potenzialità inespresse da sviluppare, sul fronte culturale. In passato c’era già chi si era fatto avanti con Fondazione Villa Emo, proponendo di valorizzare l’antico borgo, attribuendo allo stesso una funzione didattica. In qualche modo sarà quello che farà il compratore di villa Emo che siglerà l’atto di acquisto di villa, antico borgo e parco davanti al notaio entro il 30 giugno, ad un valore di circa 15 milioni di euro.

L’antica fattoria in cui hanno sede gli uffici della banca è stata esclusa dalla cessione e resterà di proprietà del Credito. Oltre a rendere più appetibile la villa migliorando i servizi, a partire dall’attivazione di uno spazio ristoro, l’investitore intende mettere a frutto la bellezza del compendio, senza snaturarla, ma trasformandola in cantiere pilota del business culturale del Veneto.

Dopo l'incontro di ieri, che si è svolto in un clima definito costruttivo, l'avvocato Reis e il commercialista Danesin specificheranno meglio le intenzioni dell'acquirente in una lettera formale che sarà inviata oggi all’attenzione del sindaco Cristina Andretta. —



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