«Villa Barbaro non si vende Rilanceremo l’ospitalità»

MASER. «Quasi ogni mese si fa avanti qualcuno chiedendo di acquistare la villa, sia dall’estero che dall’Italia”. Vittorio Dalle Ore, titolare della palladiana villa Barbaro di Maser, chiarisce: «Al momento la vendita non è tra i miei orizzonti». All’orizzonte ci sono invece nuove progettualità: «In futuro faremo accoglienza per far vivere la storia della vita rurale della villa a tutto tondo. L’idea è di ristrutturare le tante case coloniche in collina che fanno parte della tenuta, in cui un tempo abitavano le famiglie che lavoravano nell’azienda agricola».
C’è un consistente patrimonio di edifici rurali oggi inutilizzati che Dalle Ore intende riscoprire e far rivivere, destinandoli a strutture ricettive. Il proprietario della splendida villa affrescata da Paolo Veronese, sottolinea una peculiarità del patrimonio palladiano che intende tutelare: «È il brocardo latino “Hospes non hospes” ad accogliere i visitatori, dicendo che l’ospite a villa Barbaro non deve sentirsi un estraneo. Ecco, l’accoglienza sarà implementata, ospitando i turisti anche di notte, grazie al piano di recupero delle case coloniche che abbiamo in mente».
Sta pensando a una partnership, a sinergie con un investitore? «Alle collaborazioni sono sempre aperto, ma parto da principi ben chiari». Il primo: «Ritengo che la salvaguardia dell’unitarietà del patrimonio composto dalla villa e dalle case coloniche sia al primo posto. Nel tempo è vero che abbiamo venduto diverse proprietà di terreni limitrofi, ma abbiamo voluto mantenere il cuore dell’azienda agricola e ritengo fondamentale che la proprietà rimanga unica».
Anche sulla villa Dalle Ore ha una concezione ben precisa: «Ritengo che in futuro debba continuare ad essere un’abitazione, com’è sempre stato, il fascino della villa consiste anche in questo».
Per Dalle Ore è fondamentale il rispetto delle tradizioni della villa di Maser, che ha un primato assoluto: è stata la prima villa veneta ad aver aperto le porte al pubblico, dagli anni ’30. «Sin da quando mia suocera, Marina Volpi, ci venne ad abitare, si rese conto della meraviglia che andava condivisa con il pubblico», ricorda Dalle Ore che sposò la figlia di Marina, la contessa Diamante Luling Buschetti, e tutt’ora vive nella cinquecentesca villa, garantendo durante tutto l’arco dell’anno la visibilità del gioiello, patrimonio dell’Unesco. «Nonostante le indiscutibili difficoltà burocratiche la villa gode di privilegi che la rendono attrattiva per migliaia di turisti che arrivano spesso dall’estero». Principalmente dall’Austria, dalla Germania, ma anche dalla Francia, «perché i francesi conoscono il Veronese, le opere più importanti si trovano al Louvre», dice Dalle Ore, « mi trovo quasi nella condizione di dover ringraziare Napoleone per aver rubato le tele affrescate che a duecento anni di distanza conducono molti francesi nel nostro territorio».
Grazie al turismo slow, e all’azienda vitivinicola, la villa riesce ad autosostenersi, preservando il fascino antico. «Quando i visitatori arrivano, oltre all’arte di Veronese e Palladio e alla collezione di carrozze, trovano una vetrina con i prodotti del territorio», sottolinea Dalle Ore. «C’è la possibilità di degustare i nostri vini, ma anche di assaggiare i formaggi delle malghe, i salumi e le altre specialità che i giovani specializzati nel servizio d’accoglienza ricercano e propongono». —
M.C.P.
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