Vigneti, aumentano le distanze incentivi per il “bio” certificato

A Pieve di Soligo presentata la “variante 16” al piano interventi, si apre la fase delle osservazioni. L’assessore Negri: «Limiti severi per stimolare buone pratiche di coltivazione»

PIEVE DI SOLIGO. Il comune di Pieve di Soligo adotta la variante 16 al Piano degli Interventi: dopo il periodo per le osservazioni ci sarà l’approvazione in uno dei prossimi consigli comunali. Le nuove norme impongono distanze minime dai punti sensibili per le piantumazioni di nuovi vigneti e reimpianti con alcuni “incentivi” per chi converte il proprio fondo in biologico o biodinamico certificato o andrà a piantare viti Piwi, più resistenti al crittogame.

LE OSSERVAZIONI

«Norme nate dall’interazione tra il piano urbanistico e l’agricoltura per indurre a buone pratiche di coltivazione» dichiara l’assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Negri. Nel corso della seduta consiliare di fine anno, Pieve di Soligo ha dunque adottato la variante 16. Uno strumento urbanistico capillare ed integrativo della variante 12 già in vigore, attraverso la quale l’ente detta le condizioni tecniche di base per la piantumazione di nuovi, o il reimpianto, filari di vite nelle aree di connessione naturalistica ed in prossimità dei corsi d’acqua.

Il testo, che andrà in approvazione dopo il decorso del tempo necessario per presentare delle osservazioni, dice che nella aree di connessione naturalistica sarà possibile piantare vigneti a patto che si tratti di «colture biologiche e/o biodinamiche certificate, oppure nel caso di viti resistenti “Piwi” certificate». In entrambi i casi, le nuove norme dispongono l’obbligo di coltivare l’intero fondo utilizzando macchinari dotati di sistema di recupero. Il piano prevede inoltre che il 30 per cento della superficie del fondo dovrà essere destinata a formazioni boscate ed elementi vegetali lineari, che fungano da barriera con le aree limitrofe.

LE DISTANZE

Queste dovranno, secondo le nuove regole, essere di larghezza non inferiore ai 5 metri lineari ed altezza minima di 2, regolarmente manutentate e con circonferenza minima del fusto di 16-18 centimetri ed un diametro minimo di 5. Per quel che riguarda i corsi d’acqua invece, che siano di proprietà del demanio o privati, viene confermata la distanza minima dei filari a 30 metri, ma che potranno ridursi a 15 negli stessi casi di coltivazioni validi per le aree di connessione naturalistica.

Il primo cittadino pievigino, Stefano Soldan, ha anche annunciato che dai primi giorni del 2020 inizierà una progettualità per la modifica del Pat (Piano di Assetto del Territorio) per la creazione di un vero corridoio naturale, oggi troppo frammentato sul territorio, oltre che per ricevere le norme derivanti dall’Unesco. «Secondo noi era più che sufficiente una modifica del Piano di Polizia Rurale - il pensiero dei leghisti Alberto Villanova e Silvia Mazzocco sulla variante 16 - lo strumento urbanistico, in un tema agricolo, è troppo restrittivo soprattutto nel caso di sanzioni».


 

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