Viabilità, vent’anni di progetti a vuoto

Strade proposte e mai fatte, varianti annunciate e irrealizzate, maxi progetti mai messi in pratica per innumerevoli motivi, dai fondi che improvvisamente sparivano (o non c’erano mai stati), alla crisi del mattone, ai no dei comitati, alla burocrazia. Benvenuti a San Giuseppe, il quartiere trevigiano sul quale è stato speso il maggior numero di parole, senza arrivare a nulla.
È una storia lunga vent’anni il cui ultimo tassello è la discussione sul piano che trasformerà l’ex Marazzato lungo la Noalese in un iper con (forse) annessa Sme. Il progetto è lì, pronto a partire, ma trattandosi di San Giuseppe la questione viabilità è diventata subito un elemento di confronto e scontro. Come gestire il flusso dei clienti di un supermercato che si affaccia sullo svincolo della rotonda e non ha corsi di innesto per chi arriva da Quinto? La soluzione si è imposta da sola: una gimcana di sensi unici, divieti, innesti, che aggiunge caos al caos. La situazione del quadrante ovest della città è infatti sotto gli occhi di tutti: San Giuseppe ha la pianificazione urbanistica di un mastodonte e le infrastrutture di un quartierino. E nulla si è fatto per risolvere la situazione.
Basti pensare al maxi piano per costruire la strada che avrebbe collegato il cavalcavia delle Stiore con la tangenziale, passando a nord di San Giuseppe sorvolando la ferrovia (la Noalese 2), un progetto stimato in 35 milioni di euro che venne lanciato a inizio millennio, bocciato, riproposto, ribocciato e dimenticato tante di quelle volte da diventare una barzelletta. I soldi c’erano? Pare di no.
E perfino il fantomatico Consorzio San Marco, lanciato da Gobbo e dalla Lega nel 2010 come il tavolo che doveva mettere insieme tutti gli operatori pubblici e privati interessati al progetto è morto dopo la prima riunione.
E che dire del grande piano urbanistico (con tanto di viabilità) per edificare tutta l’area verde denominata Treviso Servizi, tra la Noalese e la Dogana? Salvo la cittadella del divertimento Taurus (presentata, contestata, approvata e poi svanita) non si è fatto nulla, men che meno la viabilità che poteva snellire un po’ il traffico in zona. Quarto lotto della tangenziale? Anche qui vuoto astrale e un progetto diventato così leggendario che la Lega stessa, negli anni, ha autorizzato la costruzione di case sui terreni individuati a suo tempo per il tracciato. Ora che se ne riparla la progettazione è tornata al punto di partenza ballando tra i tagli della Regione, che potrebbero far saltare tutto, il no dei comitati, e il Comune che è disposto a dire sì solo se si prevederà un ulteriore prolungamento di una strada che ancora non esiste.
Scomparso anche il piano per portare a San Giuseppe lo scalo merci oggi in area Motta, a Fiera. Ferrovie ha costruito i collegamenti con la tangenziale, ha spianato la campagna ed ha speso 8 milioni di euro per costruire mastodontici sottopassaggi in strade “terziarie” (più che secondarie) come via Paludetti e via Aeroporto, che erano sottoutilizzate ieri, e lo sono oggi. Paga Pantalone? Anche sì; ma chi ha scelto di dargli i soldi?
Dogana? Anche lì sogni e sparate: un palafiere, un velodromo da 30 milioni di euro, poi un velodromo con annesso palafiere, giusto per ottimizzare. Risultato? Zero totale, e i soldi del velodromo stanziati dallo Stato e ignorati dalla Lega conquistati dai laghetti Mosole di Spresiano che il velodromo - pare - lo farà davvero.
Come non parlare poi dell’aeroporto? Costruito sui calcinacci del vecchio - piccolo - scalo, il Canova è stato rifatto pensando ai parcheggi, non alla viabilità. E la prova è il permanere del semaforo pedonale giusto davanti a uno scalo da 2 milioni di passeggeri, in piena Noalese. Cosa cambierà se mai verrà approvato (e avviato) il masterplan che prevede di raddoppiare voli e triplicare la superficie commerciale e direzionale del Canova? In Noalese compariranno due nuove rotonde e tre nuovi parcheggi il che, contando anche l’incredibile rotonda a sette (dicasi sette) uscite/entrate realizzata nel 2008 per cancellare l’incrocio tra Tangenziale e Noalese, vuol dire tre rotonde in 200 metri. Ma diventeranno quattro quando partiranno i lavori per la realizzazione della lottizzazione Sile, piano da 150 alloggi circa che il Comune ha vincolato alla realizzazione di una viabilità di servizio che ha dell’incredibile: attaccare una rotonda più piccola al “polipo” della Noalese, il tutto in pieno svincolo per viale della Serenissima.
Serve altro? C’è il progetto della metropolitana di superficie apparso nel vecchio Prg e ratificato dal Pat: due chilometri di ferrovia che collegheranno la stazione centrale e all’aeroporto Canova passando lungo la ferrovia Treviso-Vicenza e lo scalo merci fantasma. Utile di certo, ma parole tante, fatti zero.
E siamo al punto di partenza. Per anni si è navigato a vista, senza progetti complessivi, senza piani generali. E quando c’erano, le idee generali a quanto pare non bastavano. Un po’ come San Giuseppe dove a parole c’è troppo, e a fatti troppo poco.
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