Via Piave, 12 case green al posto della Rossi Nove: rivoluzione urbanistica a Treviso

TREVISO. L’azienda di alcol etilico, la Vittorio Rossi Nove sas di via Piave, era dismessa da anni, ma gli uffici hanno operato sino a poco tempo fa. Il magazzino indipendente presenta, ancor oggi, tre rampe di carico e scarico ben visibili.
Ma adesso, su quell’area industriale appena fuori mura, nel quadrante Nord Est vicino alla ferrovia Treviso- Conegliano, sorgeranno 12 modernissimi appartamenti. È il complesso “I giardini di via Piave”, con le migliori tecnologia antisismiche e di risparmio energetico.
Il progetto è firmato dall’architetto Marco Marchesi, in collaborazione con gli architetti Alberto Boaretto, Diego Barbon e Marco Barbon, su committenza delle via Piave srl, con una forte attenzione a spazi (media superiore ai 140 metri quadrati) e visuali, e con una rilevante dotazione di verde. È l’ennesima riqualificazione di complessi industriali o artigianali abbandonati, in posizione strategica (qui siamo a poche centinaia di metri dal Put).
La zona del Catasto, tra la ferrovia e i Passeggi fuori porta San Tomaso, in questi ultimi mesi ha visto una decisa accelerazione, confermata dallo “sbocciare” di gru. E l’intera zona vive una rivoluzione urbanistica in atto da un anno a questa parte.
Sui circa 2 mila metri quadrati del sito, ex industriale, incastonato tra via Piave e via Castello D’Amore, sono previsti dal progetto 4.800 metri cubi di sviluppo volumetrico, al poto degli attuali 2.000 suddivisi nei due stabili del sito. E al centro del complesso con piano terra e altri due piani, ognuna con 4 abitazioni, è stata pensata una sorta di piazzetta, come luogo di aggregazione dei residenti, immersa nel verde.
Il cantiere comincerà comunque con l’eliminazione delle parti di copertura in amianto, a norma di legge, e la rimozione delle antiche cisterne utilizzate per l’alcol denaturato, già svuotate al momento della cessazione dell’attività di deposito, 40 anni fa. Poi scatteranno la pulizia dell’area e la totale riqualificazione. Le indagini ambientali compiute nel sito in via preliminare hanno escluso in ogni caso la presenza di sostanze chimiche nell’area, così come nelle acque di falda sotterranea. E il progetto ha ottenuto tutte le concessioni. —
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