Via al piano per l'arrivo del 5G in provincia di Treviso: la gestione a Contarina e Savno

TREVISO. Saranno i consorzi, con Contarina e Savno, assieme alla Provincia di Treviso, a definire il piano per l’atterraggio della rete 5G nella Marca.
Il via libera all’accordo è dei giorni scorsi e punta a creare un sistema di gestione capace sia di controllare l’arrivo della nuova tecnologia, sia di rispondere alle esigenze di coordinamento chieste dai Comuni spesso soli nel fronteggiare la volontà delle compagnie di installare i ripetitori 5G nel territorio.
la rete
Il Bacino Priula e il Consorzio Servizi di Igiene del Territorio sono enti che aggregano complessivamente la totalità del comuni della Provincia (ne manca solo uno). Tanti campanili senza un coordinamento in tema di telefonia e infrastrutture, ma tutti soggetti allo stesso sviluppo del mercato che tende a sostituire l’attuare 4G con la nuova tecnologia, più veloce e potente, vissuta come una minaccia.
Ne sono dimostrazioni i vari ricorsi per fermare le singole richieste di questa o quella compagnia di installare pennoni 5G, o il timore che gli attuali venissero potenziati al 5G (cosa che peraltro sta avvenendo già almeno a livello infrastrutturale). Di qui la necessità di un piano.
l’accordo
«È interesse comune di pianificare in modo uniforme, a livello sovracomunale, lo sviluppo delle reti di telefonia mobile al fine di contemperare le esigenze di corretto uso del territorio, di diritto alla connettività e di salute pubblica» sottolinea il protocollo d’intesa sottoscritto tra Contarina, Savno e Provincia tenendo conto che l’avvento della nuova tecnologia richiede un maggior numero di installazioni ed ha accentuato l’importanza strategica dei piani di settore.
«È necessario definire all’interno della Provincia modalità e metodologie comuni, sia dal punto di vista amministrativo che dal punto di vista operativo, per l’elaborazione, lo sviluppo e la gestione dei piani di telefonia mobile oltre che per il monitoraggio della rete».
Si parla di antenne esistenti e future. Di qui il protocollo d’intesa: la Provincia farà da supervisore, i consorzi e le relative società faranno la pianificazione.
il progetto
Il consiglio di Bacino Priula e il Consorzio Servizi di Igiene del Territorio «implementeranno e svilupperanno nei rispettivi territori una gestione sovracomunale», idonea a perseguire economie di scala.
Si occuperanno quindi di: redigere e aggiornare i piani antenne (evitando così che magari due comuni si ritrovino a piazzare, in volontariamente, antenne in punti limitrofi non sapendo che fa vicino), seguire il monitoraggio dei campi elettromagnetici; simulare gli impatti dei nuovi impianti; gestire la contrattualistica.
Oltre a questo affiancheranno ovviamente gli uffici comunali nel gestire le pratiche e i rapporti con le varie società di telecomunicazioni e si occuperanno anche di fare informazione nelle scuole e con la cittadinanza per evitare sorgano nuove polemiche.
il precedente
Una scelta simile è stata fatta nella città metropolitana di Milano dove una società sovracomunale (Milanoantenne) ha fatto da coordinamento di area individuando i punti dove si sarebbero dovuti posizionare i ripetitori, per poi rivolgersi alle società offrendo, di fatto, la mappatura della rete di pennoni già individuata e “affittando” gli spazi ai vari gestori.
La necessità delle aziende di implementare le proprie infrastrutture si è sposata, diciamo così, con una pianificazione già esistente e condivisa dalle varie amministrazioni, risolvendo sia problemi logistici che criticità che nei mesi anche nella Marca hanno dato il via a vari ricorsi al Tar.
la rete esistente
Diverso il caso in cui all’interno di un territorio – come nel caso del capoluogo – vi sia già una rete da antenne organizzata e funzionante. In quel caso lo scatto dal 4G al 5G avverrà gradualmente sfruttando la rete esistente che già copre l’area senza bisogno di ulteriori installazioni.
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