«Vi diamo 20 ettari ma prendetevi cura di nostro fratello»
Casale, affittano i terreni pensando al familiare disabile Era il desiderio del padre: «Con quei soldi pagategli le cure»

CASALE SUL SILE. «Vi diamo i campi, la stalla, i vigneti. In cambio chiediamo soltanto una cosa: un vitalizio per nostro fratello, portatore di handicap». Con una stretta di mano l’accordo è diventato realtà. Da una parte la cooperativa “Stalla sociale di Monastier”, una coop di 21 soci nata nel 1969 e interessata a piantare nel nuovo podere a sua disposizione vigneti di Pinot e Prosecco. Dall’altra una famiglia di Casale sul Sile, tre fratelli la cui prima preoccupazione è garantire un futuro dignitoso al quarto, diversamente abile. A legare i due mondi il desiderio di un papà, che prima di morire ha lasciato in eredità ai figli i suoi poderi, con la promessa di ricavarne una rendita per il più debole di loro.
Non c’è stato bisogno di lunghe trattative per arrivare a un accordo. Il terreno agricolo di 20 ettari e le stalle, di proprietà dei quattro fratelli, sono stati ceduti in usufrutto per 31 anni alla cooperativa di Monastier. C’è l’impegno (condizione posta dal papà prima di andarsene) a utilizzare l’affitto pagato dalla coop soltanto per pagare l’assistenza e le spese sanitarie al figlio portatore di handicap, per il resto della vita. Non è stata una scelta facile per la famiglia proprietaria dei terreni. Si tratta di una famiglia storica del paese, che ha sempre lavorato nell’agricoltura e che da quei possedimenti avrebbe potuto ricavare stabilità finanziaria e soddisfazioni professionali. Si tratta, oltretutto, di un terreno pregiato, all’interno del Parco Naturale del fiume Sile, dal potenziale economico assai elevato. La preoccupazione per il futuro del figlio, oggi quarantenne, alla fine ha tuttavia prevalso. E oggi su quei terreni la coop ha già piantumato alcuni vitigni di Pinot Grigio e di Prosecco, recuperando al tempo stesso le stalle abbandonate da un decennio.
Il vice presidente della cooperativa, Gianni Nichele, si sorprende per l’eco che ha avuto la vicenda. Perché per lui e per gli altri soci dell’associazione è stato tutto naturale: «Sappiamo che il padre ha lasciato in eredità una parte di terreno al figlio disabile, incaricando gli altri di prendersi cura di lui per garantirgli un reddito sicuro. Loro hanno pensato che la nostra società potesse essere il soggetto migliore a cui rivolgersi, e a noi faceva piacere di contribuire a questa iniziativa. Così ci è stato proposto di prendere in affitto quei 20 ettari di terreno». Con la stessa filosofia è stata recuperata una stalla che da almeno un decennio era chiusa, anch’essa offerta in affitto per trent’anni. La cooperativa ha già completato una serie di interventi per spianare il terreno, ma stavolta - al contrario di quanto accaduto in molte altre occasioni di piantumazione di nuovi vigneti - nessuna voce contraria si è alzata.
«Ci siamo trovati d’accordo su tutto da subito» spiega il presidente della cooperativa, Fabio Scomparin, «da parte dei fratelli c’era un impegno assunto verso i genitori, mancati entrambi. Negli anni hanno conosciuto la nostra realtà, anche senza esserne soci, e sapevano che siamo un'azienda affidabile. Io li conosco da un po’ di tempo. È stato un piacere aiutarli».
La cooperativa “Stalla sociale” era nata il 12 dicembre 1969, costituendo la relativa associazione in via Giacomelli a Monastier grazie gli sforzi di tredici soci fondatori. Oggi quella stessa realtà raccoglie 21 soci, più di 2 mila posti stalla e 3.500 bovini allevati all’anno, oltre all’impegno costante di un gruppo di ragazzi che prestano la loro opera all’interno della cooperativa.
Andrea De Polo
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso
Leggi anche
Video