Vendita ex Zanotti, denuncia per truffa a Treviso

Un imprenditore si è rivolto alla Procura: «Noi estromessi dall’acquisto malgrado gli accordi presi all’inizio delle trattative»

Sulla vendita dell’ex Zanotti c’è una denuncia in Procura. Per truffa, anche se la denuncia elenca una lunga serie di fatti e chiede alla magistratura di valutare altri eventuali profili. L’ha presentata, negli ultimi giorni del 2015, un imprenditore residente in provincia di Treviso, assistito da un legale. Lamenta di non aver potuto portare a compimento l’affare, pur essendosi mosso in «cordata» con la società Pesce costruzioni snc di Scorzè, che invece ha concluso alla fine l’operazione, comprando a ottobre il complesso di proprietà delle Carmelitane, casa madre a Firenze. Per farne, anche grazie all’ampliamento concesso dal piano casa (la cubatura è arrivata di conseguenza a quasi 10 mila metri cubi) un modernissimo complesso residenziale in pieno centro storico. Il tutto a un prezzo - 2,5 milioni di euro - che non aveva mancato di suscitare reazioni in città, per le possibilità edificatorie del complesso e per la sua posizione strategica .

Un colpo di scena, la denuncia, che arricchisce di un nuovo capitolo – stavolta tutto giudiziario – la vicenda immobiliare della vendita del complesso di Città Giardino alla Pesce costruzioni snc che fa capo a Fabio Pesce.

E un atto, all’esame ora della magistratura trevigiana, che si aggiunge alla segnalazione che l’ex assessore Vittorio Zanini aveva presentato, ai primi di febbraio, alla stessa Procura. «Troppe cose non tornano», aveva detto allora Zanini, partendo dalla congruità del prezzo e finendo a quella che lui aveva chiamato «una procedura con troppi punti oscuri».

E questa denuncia? Il riserbo, in Procura, è massimo. Da quanto è trapelato, comunque, la denuncia espone ai magistrati come l’imprenditore si fosse mosso a suo tempo, saputo della possibilità di acquisire il complesso, o parte di esso, a stretto contatto con l’imprenditore Fabio Pesce e con i professionisti interessati alla riqualificazione dell’immobile. In base a precisi accordi tra i componenti della cordata, che evidentemente l’imprenditore non ha visto rispettati, se è vero che lamenta di essere stato successivamente estromesso dall’operazione immobiliare. Di qui, a suo avviso, gli estremi del reato di truffa da parte degli altri soci, con tanto di danno per il mancato acquisto del bene, seppure in società.

Cos’è successo, nelle operazioni che hanno portato all’acquisto? E quali prove porta l’imprenditore, per sostenere le sue accuse? E quali nomi fa, oltre a quello dell’imprenditore Pesce?

La parola passa ai magistrati. Non è escluso che la denuncia sia stata unificata alla segnalazione dell’ex assessore Zanini, che aveva espresso, citando notizie che gli erano giunte da più parti, tutti i suoi dubbi sulla procedura. A cominciare dalla mancanza di un’asta – che avrebbe fatto emergere il miglior offerente – e dalla «scarsa congruità» del prezzo pagato dalla Pesce snc alla suore.E nel quale c’era anche una congrua percentuale – 400 mila euro, pare; oltre il 15% dell’intera contropartita finanziaria – destinata a lavori di ristrutturazione di un altro immobile dell’Ordine delle Carmelitane, in Toscana, che l’impresa di Scorzè si accollava come benefit per concludere l’affare.

Lo Zanotti ha una ultracenteria storia in città: l'istituto del Mater Carmeli, all’asilo e alle elementari, ha visto generazioni di trevigiani crescere tra quella mura e nel vasto cortile. Prima che nel 2012 le scuole fossero assorbite dalla fondazione diocesana Pio X e trasferite in via Bressa.

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