Vendemmia, Zanoni: «Via gli incentivi alle aziende che sfruttano i lavoratori»

Dopo 15 segnalazioni dei braccianti impegnati tra i filari, il consigliere regionale di Avs chiede lo stop ai fondi pubblici

Controlli dei carabinieri durante la vendemmia
Controlli dei carabinieri durante la vendemmia

«È inaccettabile che aziende che sfruttano giovani lavoratori, spesso stranieri, ricevano milioni di euro di incentivi pubblici». Il consigliere regionale Andrea Zanoni di Alleanza Verdi e Sinistra punta il dito contro le imprese agricole del comparto vitivinicolo accusate di impiegare manodopera in nero e ricorrere a pratiche di caporalato.

Una denuncia che segue l’allarme lanciato nei giorni scorsi dalla Flai Cgil di Treviso che ha raccolto quindici segnalazioni da parte di braccianti impiegati nella vendemmia: molti di loro non avrebbero ricevuto lo stipendio pattuito prima di cominciare a prestare servizio. «Questi ragazzi spesso vengono costretti a lavorare in condizioni disumane sotto il sole cocente per giornate, senza diritti nè tutele», osserva Zanoni, «è una vergogna che si consuma tra i filari del Prosecco». 

Zanoni evidenzia che tra il 2010 e il 2020 la Regione Veneto ha erogato 580 milioni di euro a fondo perduto al settore vitivinicolo e continua ogni anno con incentivi che oscillano tra i 20 e i 30 milioni. «Chi sfrutta non deve ricevere soldi pubblici», prosegue, «se tocchiamo queste aziende sul portafoglio, il caporalato sparisce». 

Per contrastare efficacemente il fenomeno, il consigliere propone l’introduzione di pettorine identificative con codice alfanumerico per ogni lavoratore, rilasciate dall’Ufficio del Lavoro. «Un sistema semplice», aggiunge, «che permetterebbe anche a cittadini e residenti di riconoscere e segnalare situazioni di sfruttamento». 

 

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso